Una setta viene comunemente definita e considerata come un gruppo di persone le cui idee o comportamenti sono dannosi per i propri membri o per le persone a loro care. Sebbene questa sia una definizione molto generica rispetto a quella che si può trovare in enciclopedie, dizionari e opere accademiche rende l’idea di ciò che le persone si fanno di questo argomento.
Nel tempo sono state date spiegazioni diverse del termine “setta”. Per secoli è stata definita come un gruppo di persone che si sono discostate da una dottrina già affermata e più diffusa, oppure gruppi più piccoli nati nel contesto di un gruppo più grande perché non condividono alcuni dei suoi valori principali e di conseguenza non sono stati riconosciuti da esso. Invece, gruppi più piccoli all’interno di grandi religioni non sono considerati delle sette se non rappresentano una minaccia per le credenze e la vita dei fedeli e perché semplicemente questi mettono in risalto un valore specifico di quella religione senza danneggiare le altre.
Per una religione, qualsiasi gruppo più piccolo che insegna dottrine contrarie alle proprie viene considerato una setta. In passato veniva usata la parola eresia, dal termine greco il quale si riferiva a qualsiasi gruppo più piccolo che si divideva da quello principale. Anche già a quel tempo aveva un significato negativo; questo era dovuto al fatto che una setta non veniva vista di buon occhio ed era considerata soltanto un modo per creare divisioni, confusione e problemi. Anche il cristianesimo veniva considerato una setta, proprio come i gruppi religiosi principali dell’ebraismo come i farisei e i sadducei. In certi periodi, l’intolleranza religiosa portò l’impero romano a perseguitare i vari gruppi religiosi senza avere dei motivi validi per farlo.
Oggi il concetto di setta è diverso. Certo, a volte può succedere che qualcuno usi il termine in modo dispregiativo nei confronti di un gruppo che non approva. Ma in generale, quando si ha a che fare con gruppi diversi dal proprio ma che non vengono percepiti come una minaccia per il benessere delle persone e della comunità non si tende a definirlo setta, anche perché oggi non si da più importanza a dimostrare che le proprie credenze sono giuste in senso assoluto. Piuttosto, si tende ad usare questo termine quando le credenze e i comportamenti di un gruppo danneggiano fisicamente, emotivamente o psicologicamente i propri membri o il legame che hanno con gli altri. Inoltre uno stesso gruppo potrebbe essere visto in modo favorevole in una zona perché ha adottato una mentalità più aperta e considerato una setta in un’altra zona perché i membri hanno una mentalità più rigida. Anche la cultura della zona, o la conoscenza che hanno le persone riguardo quel gruppo può portarle ed essere più aperte o più caute su di esso.
Pertanto, non è possibile attribuire l’etichetta “setta” ad un gruppo specifico per diversi motivi. Primo, il gruppo cerca sempre una qualche definizione in qualche enciclopedia o altro per ribadire che qualche punto della definizione non corrisponda al loro caso, almeno in apparenza. Secondo, non tutti coloro che fanno parte di un gruppo condividono davvero i suoi ideali: alcuni sono nati in quel contesto e lasciarlo comporta gravose conseguenze; inoltre, cercano di evitare i comportamenti dannosi incoraggiati dal gruppo in questione mentre altri condividono la fede professata senza però prendere sul serio le regole rigide del gruppo proprio come fanno i fedeli delle grandi religioni. Terzo, dire ad una persona che fa parte di una setta la porterà inevitabilmente sulla difensiva: a nessuno piace che gli si venga dato torto o considerato un ignorante e cercherà a tutti i costi, inconsapevolmente, di dimostrare di avere ragione anche affidandosi a dati sbagliati. Perciò nel mio sito preferisco semplicemente spiegare cosa caratterizza una setta, promuovere i sani comportamenti e lasciare che i lettori decidano loro che nome dare ai gruppi con cui sono in contatto.
Le conseguenze di fare parte di una setta
Di solito una setta è formata da un numero variabile di persone, tra i 50 e i 150 circa facendo riferimento ai gruppi locali, costrette a stare insieme anche se con valori completamente diversi. Le sette generalmente scoraggiano i membri ad avere rapporti di amicizia e di intimità con chi non fa parte del gruppo perché questo potrebbe allontanarli o fargli scoprire di avere valori diversi da quelli incoraggiati dalla setta o semplicemente perché secondo i capi i comportamenti di chi è fuori dal gruppo danneggerebbe i membri. Il risultato però è che ci si ritrova in un gruppo troppo grande i cui componenti diventano come una famiglia a cui rendere conto: a parte le regole ufficiali del gruppo che sono già abbastanza rigide, ogni individuo ha i propri valori e ciò che è giusto per una persona viene considerata sbagliata per un’altra. Peggio ancora quando sono costrette a stare assieme generazioni diverse: anche le normali attività sociali diventano impossibili da svolgere proprio perché queste persone mai e poi mai sarebbero state assieme se fossero state libere di scegliere le proprie amicizie.
Anche quando nascono amicizie all’interno di questo tipo di gruppo il legame non può mai crescere in modo naturale e spontaneo. Il tempo in cui due persone trascorrono il tempo assieme, come passano il tempo, cosa fanno quando sono insieme può venire influenzato dalle opinioni altrui che si intromettono o cercano di manipolare questo rapporto; anche quando è chiaro che un’amicizia deve finire altri possono cercare di convincere uno dei due o entrambi a riappacificarsi anche se loro sono incompatibili. Inoltre, in gruppi così chiusi è ancora più facile che qualcuno possa sentirsi escluso e dato che non ha la libertà di legarsi con altri fuori da quel contesto il disagio sarà ancora più forte di chi si trova nella stessa situazione ma capisce che deve trovarsi altri amici e comunità di persone con i suoi stessi hobby.
Ovviamente, le regole stabilite da una setta sono già di per sé dannose. Alcune regole vietano rapporti sociali fuori dal gruppo; creano problemi e divisioni nelle famiglie; vietano o scoraggiano cure mediche necessarie per la propria salute; stabiliscono regole alimentari dannose o non necessarie; terapie psicologiche manipolative, non necessarie e discutibili; regole o divieti sessuali e tanto altro. Ma anche se due persone credessero ciecamente alle stesse dottrine o alla stessa divinità ci sarà comunque un conflitto di valori: ad una persona piace bere alcolici il fine settimana mentre un’altra non ne vuole proprio sapere; ad una persona piace giocare a calcio solo per divertirsi, fare esercizio fisico e stare con gli altri mentre ad un’altra piace giocare per superare i propri limiti e avere soddisfazione. Un componente del gruppo potrebbe trovarsi a sacrificare la sua identità e i suoi valori in proporzione a ciò che gli altri membri si aspetteranno da lui o da lei.
C’è anche il problema che nasce quando una persona si rende conto o decide che quello stile di vita o credenze non fa più per lei. Dato che una setta è caratterizzata dalla convinzione di avere la verità assoluta, che tutto ciò che è fuori è destinato alla distruzione e altre cose simili, gli altri membri cercheranno in tutti i modi di fare pressioni a qualcuno che non è ancora uscito definitivamente oppure potrebbero ricorrere all’isolamento per indurla a comportarsi come vogliono loro. Entrambi gli esempi menzionati sono metodi di manipolazione e vengono adottati a seconda di ciò che funziona nello specifico caso: anche cercare di fare leva sui sentimenti della persona rientra tra i metodi manipolativi perché costringere una persona a fare ciò che non vuole è una violazione della sua libertà, benessere e autonomia e se quella persona non vuole fare più una cosa è perché la fa stare male.
Dato che i membri di una setta sono convinti di avere la verità assoluta e che sbagliare è fuori discussione rischiano di essere arroganti e superiori a chi non la pensa come loro e al tempo stesso ingenui, creduloni e manipolabili da parte di coloro che almeno in apparenza hanno gli stessi valori, rigidità, opinioni o credenze. E’ più facile per questi membri credere a terapie del complotto, notizie sensazionalistiche non dimostrate dai fatti e a ricorrere a cure che non danno nessun beneficio per sé o per i loro figli. Le rigide restrizioni del gruppo può portare ai membri a cadere proprio in quei comportamenti o dipendenze che tanto dichiarano di condannare e di cui poi non sono in grado di capirne le cause e affrontare il problema. Talvolta è proprio necessario abbandonare una mentalità troppo rigida per potere riacquistare una vita normale e farlo significa anche affrontare le pressioni del gruppo che non è in grado di capire i bisogni dei membri.
Caratteristiche di un gruppo sano
Un gruppo sano formato da persone con un interesse in comune è invece caratterizzato da individui che rispettano ciascuno la libertà dell’altro, dove ciascuno può essere se stesso, libero di fare legami significativi con chi vuole e anche libero di frequentare o non frequentare quel gruppo senza dovere dare giustificazioni e temere di essere giudicato o di ricevere chiamate e messaggi dagli altri componenti del gruppo allo scopo di indurlo a tornare. Bisogna inoltre tenere presente che la fede è un valore più che un interesse e la concezione della divinità varia da persona a persona in base a ciò che per loro è importante.
Creare gruppi di persone accomunate da una fede è particolarmente dannoso a meno che non si tratta di un gruppo di vedute abbastanza ampie da permettere ai membri di vivere la fede come desiderano. Per fare questo non è necessario cercare un gruppo rigido più piccolo e neppure creare nuove religioni, piuttosto è buono che le religioni si evolvono assieme alle persone tenendo conto dei loro attuali bisogni e dei loro stili di vita; la storia dimostra che quando le religioni si aggrappano troppo al passato le conseguenze sono disastrose.