Gallieno (Publíus Liciníus Egnatíus Galliēnus) è stato imperatore romano assieme al padre dal 253, da solo dal 260 al 268.
Era figlio dell’imperatore Valeriano che fu mandato a governare l’Occidente. Liberò la Gallia dagli Alamanni e sconfisse l’usurpatore Ingenuo, che stava governando in Pannonia e in Mesia.
Dopo la morte del padre, attuò varie politiche: rimosse i divieti religiosi del padre e ritornò i beni ecclesiastici alla Chiesa, riorganizzò l’esercito e fece comandare le legioni solo da coloro che erano nell’ordine equestre. Promosse l’arte e la cultura.
Si trovò anche ad affrontare la rivolta di Regaliano in Pannonia, gli Alamanni vicino Milano e le rivolte in Oriente, in Egitto e in Africa. In Gallia, Postumo formò un impero a parte che includeva la Britannia e la Spagna. Gallieno si scontrò più volte con lui ma, a causa dell’atteggiamento ambiguo del suo generale Aureolo e altri fattori, non riuscì a riprendersi quelle zone.
Per quanto riguarda l’Oriente, Gallieno preferì delegare la sua autorità a Odenato, il principe di Palmira, considerandolo però sempre un suo rappresentante. Quando questi morì, Zenobia e Vaballato volevano diventare indipendenti da Roma ma Gallieno non accettò.
Nel 268 mentre l’imperatore combatteva contro gli Eruli, Aureolo passò dalla parte di Postumo e si fece acclamare Augusto. Gallieno andò contro di loro e li sconfisse; ma cadde vittima di un complotto dei suoi gerali, tra cui c’erano Claudio, che divenne il nuovo imperatore, e Aureliano.