La paleontologia

paleontologia, studio dei fossili

La paleontologia è lo studio degli esseri viventi che sono vissuti nel passato tramite l’analisi dei loro resti ricavati negli strati più profondi del pianeta in modo da conoscerne il più possibile l’origine, la storia e l’epoca in cui sono vissuti.

Grazie allo studio dei fossili si è riusciti a capire e dimostrare come la vita si è evoluta nel nostro pianeta, partendo proprio dai primi organismi unicellulari e dai primi esseri senza vertebre come alghe, vermi e meduse, per poi passare ai primi rettili e agli anfibi. Grazie ai vari strati del nostro pianeta e al loro contenuto si è potuto dividere la storia del nostro pianeta in ere, periodi ed epoche.

Lo studio dei fossili

I fossili sono resti o impronte di organismi vissuti in epoche molto antiche rimasti inglobati nelle rocce, nei ghiacci o nell’ambra. Quando un organismo muore inizia il processo di decomposizione partendo dalle parti molli e poi facendo scomparire anche le ossa e i gusci; ma quando alcuni di questi organismi vengono inglobati dentro questi materiali la decomposizione viene rallentata o bloccata perché l’organismo viene isolato dall’aria. Questo avviene specialmente grazie ai sedimenti che cadono continuamente: a volte può succedere che i resti di un organismo si trovino sullo strato di roccia che si sta solidificando ma che si decompone prima che la roccia lo inglobi. Tuttavia, le impronte rimangono ancora per un po’ e i sedimenti l’hanno coperte prima che arrivassero a scomparire.

Per datare un fossile, cioè per collocarlo nel tempo, la paleontologia si avvale di diversi strumenti uno dei quali è la datazione radiometrica, che consiste nel misurare la quantità di isotopi radioattivi rimasti nel minerale rispetto alla quantità stabile dello stesso tipo di atomo per determinare l’età della roccia in cui si trova il fossile. Dato che il metodo radio-carbonio funziona fino ad una roccia vecchia massimo 50.000 anni fa, si ricorre anche alle datazioni Uranio-Piombo e Potassio-Argon perché l’uranio e il potassio, che si convertono rispettivamente dopo tanto tempo in piombo e argon hanno un’emivita molto più lungo rispetto al carbonio.

Dato che la deposizione dei sedimenti è un processo continuo, quelli più antichi si trovano sotto quelli più recenti; molti organismi sono presenti solo in certi strati di roccia ma non in quelli più superficiali come nel caso dei dinosauri i cui resti si trovano soltanto in rocce databili fino a 65 milioni di anni fa, segno che dopo quel periodo si sono estinti. Questo tipo di studio, utile anch’esso per datare un fossile quando si trova nello stesso strato di altri di cui si è già calcolata l’età, viene chiamato stratigrafia e biostratigrafia.

L’importanza della paleontologia

Conoscere i vari strati della Terra non ci permette soltanto di datarne l’età ma anche di conoscere quali organismi viventi vivevano nello stesso periodo di tempo e di capire come potrebbero avere interagito tra loro.

In certi casi, conoscere quali organismi si sono estinti in un’epoca e quali sono riusciti a sopravvivere e ad evolversi può anche darci un’idea dei motivi per cui certi esseri viventi si sono estinti. Ad esempio, i dinosauri potrebbero essersi estinti perché non erano in grado di adattarsi a climi più freddi mentre i mammiferi più piccoli e gli uccelli sono riusciti a sopravvivere essendo in grado di regolare la loro temperatura corporea per adattarsi all’ambiente esterno ed essendo anche agili e in grado di volare o di arrampicarsi sugli alberi.

Grazie a tutto questo, la paleontologia ci ha permesso di suddividere la storia della Terra in ere, periodi ed epoche ciascuna caratterizzata da organismi diversi che si sono evoluti nel tempo. Per chi vuole saperne di più sullo studio dei fossili può leggere online il Journal of Paleontology, una delle principali riviste scientifiche in questo campo.