I Longobardi regnarono in Italia per quasi 200 anni; quando arrivarono nella penisola italiana l’impero romano d’Occidente era già caduto da circa un secolo e il paese era già devastato dalle conquiste precedenti. Questo permise loro di conquistare i territori del nord e di regnare anche se dovettero scontrarsi spesso con l’impero bizantino che mantenne il contro sul meridione.
I Longobardi arrivarono in Italia nel maggio del 569 e formarono all’interno della penisola un regno che durò fino al 774, quando vennero sconfitti da Carlo Magno. Il motivo per cui vollero spostarsi nella penisola non sono certi né si è sicuri se arrivarono con l’appoggio iniziale dell’impero bizantino e poi si ribellarono o decisero di conquistare l’Italia direttamente.
I Longobardi erono un popolo germanico che, nella primavera del 568, abbandonarono la Pannonia (l’Ungheria occidentale) per dirigersi verso l’Italia. Poiché non conoscevano la scrittura, le loro storie vennero tramandate oralmente e solo verso la fine del 700 cominciarono a mettere per iscritto le loro origini. Per questo motivo non è possibile stabilire con certezza l’attendibilità di quelle storie.
Secondo le leggende o saghe nordiche, i Longobardi erano discendenti di un gruppo di giovani della Scandinavia che, a causa di una grave carestia, furono mandati nei territori dell’odierna Germania per poter sopravvivere. Quel che è sicuro è che effettivamente questo popolo viveva nella Germania del nord, alla foce dell’Elba dal I secolo. Secondo le fonti scritte più antiche, il loro nome significa “guerrieri dalla lunga barba” (da lang=lungo e baert=barba) che era in effetti una loro caratteristica
I Longobardi erano divisi in fare, gruppi famigliari o clan, guidate da un duca. I vari duchi eleggevano il sovrano. All’epoca del viaggio in Italia, il loro re si chiamava Alboino e tra loro era diffuso l’arianesimo.
La conquista dell’Italia
A causa della crisi che attraversò, l’Italia non era più come al tempo dell’impero romano: la guerra tra i Bizantini e i Goti aveva distrutto molto e nel 565 ci fu anche una grave epidemia di peste. Inoltre, l’agricoltura e il commercio furono gravemente danneggiati.
L’iniziativa di conquista da parte dei Longobardi fu lasciata ai singoli comandanti. Dapprima furono conquistate la Pianura Padana e la Toscana, poi nacquero i ducati di Spoleto e Benevento. La capitale del regno longobardo era Pavia, e i loro territori vennero chiamati Langobardia, da cui deriva il nome Lombardia.
I Longobardi non riuscirono a conquistare tutta l’Italia, che si ritrovò divisa in due fino al 1861. I Bizantini continuarono ad avere le due isole, il Meridione e la Pentapoli (cinque città) che era formata da Fano, Pesaro, Rimini, Ancona, Senigallia.
Il regno dei Longobardi in Italia
Anche il regno dei Longobardi fu caratterizzato da congiure e assassini. Alboino venne ucciso nel 572. Il suo successore, Clefi, regnò per due anni e poi seguì un decennio di anarchia (574-584), mostrando la divisione che c’era al loro interno. I duchi vollero rendersi indipendenti da un unico sovrano e questo indebolì il loro regno favorendo i Franchi, da cui nacque poi Carlo Magno, e i bizantini
Il re Autari (584-590), figlio di Clefi, riuscì a imporsi sui ducati costringendoli a versare metà delle tasse a lui e a governare su tutto il regno. Strinse alleanze con le tribù germaniche e sposò Teodolinda, una principessa bavara di religione cattolica. Facendo questo cercò un avvicinamento con i Romani.
Con il re Rotari (636-652), i Longobardi ebbero per la prima volta una legge scritta, l’editto di Rotari, emanato nel 643, molto utile per conoscere la loro società. Stabilì anche che chi subiva un torto doveva essere compensato in denaro e non con il sangue, che spesso creava delle catene di vendetta.
La società longobarda in Italia era divisa in liberi e servi. Chi faceva parte di un gruppo poteva passare all’altro. Per molto tempo i Romani furono considerati parte della seconda categoria. La loro attività più importante fu l’agricoltura.
Per quanto riguarda la religione i Longobardi praticavano l’arianesimo ma ci furono occasioni, come nel caso di Autari, in cui cercarono un avvicinamento con il cattolicesimo per essere accettati meglio dai Romani che abitavano da tempo nei territori conquistati. Successivamente, il suo successore Agilulfo fece battezzare suo figlio e a favorire il cattolicesimo sempre per quello scopo. Questo non piacque ai Longobardi che deposero il giovane dopo che avere regnato per dieci anni e avere continuato la politica di suo padre.
Nel 712 salì al trono Liutprando, che riconobbe la validità della legge romana e cercò di un unificare il suo regno occupando i territori bizantini approfittando di un periodo di contrasti dell’Impero d’Oriente con la Chiesa di Roma. Dovette comunque rinunciare al Lazio a motivo delle lamentele di papa Gregorio II.
Con Astolfo (749-756) iniziò il declino dei Longobardi che si concluse con l’ultimo re, Desiderio che regnò dal 757 al 774 e che venne sconfitto da Carlo Magno. A differenza del fratello Rachis, Astolfo cercò di nuovo di conquistare i territori bizantini e quelli della Chiesa e questo fu dannoso per il suo popolo. Il papa di quel tempo si sentì spinto ad allearsi con i Franchi che sconfissero il re longobardo più volte.
Per quanto riguarda Desiderio, inizialmente c’era un accordo tra lui e Carlo Mango in quanto il re longobardo gli aveva dato in moglie sua figlia. Ma dopo la morte del padre di Carlo Magno, quest’ultimo decide di ribellarsi, ripudiò la moglie ed estese il dominio del regno dei Franchi sui territori dei Longobardi sconfiggendoli.