La Campagna di Russia da parte di Napoleone

Nel 1812, Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi e dominatore dell’Europa, decise di invadere la Russia con una grande armata di oltre 600.000 uomini. Fu una delle più grandi e disastrose campagne militari della storia, che si concluse con la ritirata e la distruzione delle forze napoleoniche. Viene chiamata Campagna di Russia.

La guerra tra la Francia e la Russia fu il culmine di un lungo conflitto tra le due potenze, che avevano interessi contrastanti in Europa e nel mondo. Napoleone voleva imporre il suo sistema continentale, che prevedeva il blocco commerciale dell’Inghilterra, sua nemica storica. La Russia, invece, voleva mantenere i suoi legami economici e politici con la Gran Bretagna, nonché espandere la sua influenza verso i Balcani e l’Oriente.

Nel 1807, dopo la battaglia di Friedland, Napoleone e lo zar Alessandro I firmarono il trattato di Tilsit, che sanciva un’alleanza tra i due imperi. Tuttavia, questo accordo si rivelò presto fragile e insoddisfacente per entrambe le parti. La Russia non rispettò il blocco continentale imposto da Napoleone, continuando a commerciare con l’Inghilterra. Inoltre, si oppose ai piani di Napoleone di creare uno stato satellite in Polonia, che avrebbe minacciato la sua sicurezza e i suoi interessi.

Napoleone, dal canto suo, non riconobbe le ambizioni russe nei Balcani e nel Mediterraneo. Inoltre, si sentì tradito dallo zar quando questi riconobbe l’indipendenza della Spagna dalla Francia nel 1810. Napoleone decise allora di rompere l’alleanza con la Russia e di preparare una guerra preventiva per sottometterla definitivamente.

Le motivazioni della Campagna di Russia

Ci furono diversi motivi che spinsero Napoleone ad intraprendere una campagna contro la Russia. In particolare, la Russia continuava a commerciare con la Gran Bretagna e a mantenere la sua autonomia mentre l’imperatore francese voleva assicurarsi il dominio sull’Europa

Motivazioni politiche

Napoleone era al culmine della sua potenza dopo aver sconfitto le principali potenze europee nella guerra della terza coalizione (1805) e nella guerra della quarta coalizione (1806-1807). Aveva creato un vasto impero che si estendeva dalla Spagna alla Polonia, e aveva imposto ai suoi alleati il sistema continentale, un blocco commerciale volto a isolare economicamente la Gran Bretagna, sua acerrima nemica.

Tuttavia, Napoleone non era soddisfatto della sua situazione. Voleva consolidare il suo dominio sull’Europa e assicurarsi la fedeltà dei suoi vassalli. In particolare, era preoccupato per l’atteggiamento della Russia, che si era alleata con la Francia nel trattato di Tilsit del 1807, ma che non rispettava pienamente il sistema continentale. La Russia continuava infatti a commerciare con la Gran Bretagna e a mantenere una certa autonomia politica e militare.

Napoleone riteneva che la Russia fosse un ostacolo alla sua egemonia continentale e un potenziale alleato della Gran Bretagna. Per questo motivo, decise di costringerla a una maggiore sottomissione o a una guerra. Nel 1811, iniziò a preparare un’invasione della Russia con un esercito di circa 600.000 uomini, provenienti da vari paesi dell’impero francese e dei suoi alleati.

Motivazioni economiche

Un altro motivo che spinse Napoleone a invadere la Russia fu di natura economica. Napoleone voleva infatti sfruttare le ricchezze naturali della Russia, in particolare il grano e il legname, per finanziare le sue guerre e per alimentare la sua popolazione. Inoltre, voleva impedire alla Russia di esportare questi prodotti verso la Gran Bretagna, privandola così di una fonte di reddito e di approvvigionamento.

Napoleone sperava anche di conquistare nuovi mercati per i prodotti francesi e dei suoi alleati, che soffrivano a causa del sistema continentale. Pensava infatti che la Russia fosse un paese arretrato e bisognoso di modernizzazione, che avrebbe accolto favorevolmente i benefici della civiltà francese.

Motivazioni strategiche

Infine, Napoleone aveva delle ragioni strategiche per attaccare la Russia. Voleva infatti prevenire un possibile attacco russo verso i suoi possedimenti orientali, in particolare la Polonia, che era stata creata come ducato dipendente dalla Francia nel 1807. Napoleone temeva che la Russia volesse riconquistare la Polonia, che era stata parte del suo impero fino alla terza spartizione del 1795.

Napoleone voleva anche assicurarsi il controllo del Mar Baltico e del Mar Nero, due vie di comunicazione fondamentali per il commercio e per le operazioni militari. Inoltre, voleva minacciare l’Impero Ottomano, che era alleato della Gran Bretagna e che controllava i territori dell’Asia Minore e dei Balcani.

Napoleone pensava quindi di poter vincere facilmente la guerra contro la Russia, sfruttando la sua superiorità numerica, organizzativa e tecnologica. Tuttavia, non aveva previsto le difficoltà che avrebbe incontrato nel suo cammino verso Mosca.

Scontro e conseguenze della Campagna di Russia

La campagna di Russia fu una delle più grandi e disastrose operazioni militari della storia. Napoleone dovette affrontare non solo le forze armate russe, ma anche le difficoltà del clima, del terreno e della logistica. La strategia russa si basava sulla ritirata e sulla terra bruciata, ovvero la distruzione di tutte le risorse utili al nemico lungo il suo cammino. In questo modo, i russi speravano di logorare la Grande Armata e di attirarla sempre più a est, lontano dalle sue basi di rifornimento.

Napoleone riuscì a entrare a Mosca il 14 settembre, dopo aver vinto la sanguinosa battaglia di Borodino, ma trovò una città abbandonata e in fiamme. Non ricevendo alcuna proposta di pace dallo zar, Napoleone decise di ripartire il 19 ottobre, iniziando la ritirata più tragica della storia militare. Lungo la strada del ritorno, la Grande Armata fu decimata dalle insidie nemiche, dalle malattie, dalla fame e dal freddo. Dei 600.000 soldati che avevano invaso la Russia, solo 20.000 riuscirono a tornare in patria.

La campagna di Russia segnò l’inizio della fine per Napoleone, che perse gran parte del suo prestigio e della sua autorità in Europa. Fu costretto ad abdicare nel 1814, dopo una serie di sconfitte inflittegli dalle coalizioni antifrancesi. Tornò al potere per breve tempo nel 1815, ma fu definitivamente sconfitto a Waterloo e deportato all’isola di Sant’Elena, dove morì nel 1821.