L’Antico Egitto è una delle civiltà più antiche e durature della storia che si sviluppò nei pressi di tutto il fiume Nilo mentre il resto della zona era prevalentemente desertico.
Le origini dell’Antico Egitto risalgono alla rivoluzione neolitica, in quanto l’area attorno al Nilo era adatta all’agricoltura. Le inondazioni del fiume lasciavano uno strato di limo che permetteva di coltivare grano, orzo e lino. L’agricoltura permise un rapido aumento della popolazione, il paese era ricco e si sviluppò una produzione di merci di lusso destinata alla classe dominante. La popolazione si organizzò in provincie, oggi chiamate nomi, dal greco nomo, ciascuna con le proprie tradizioni e le proprie divinità mentre tutte condividevano la stessa lingua e lo stesso modo di vivere. Per molto tempo, a causa della zona deserta confinante, gli egiziani ebbero pochi contatti con l’esterno e per questo motivo la loro lingua, le loro tradizioni e i loro costumi rimasero sostanzialmente gli stessi per migliaia di anni.
Tra il 4500 e il 3000 a.C., periodo chiamato Preistoria, dopo la rivoluzione agricola e lo sviluppo delle provincie, nacquero due regni che si contendevano il territorio e le risorse lungo il fiume Nilo. La regione a nord viene chiamata Basso Egitto mentre quella a più a sud viene chiamata Alto Egitto; la definizione deriva dalle loro altitudini e dalla topografia del territorio e non dalla loro posizione geografica.
Intorno al 3000 a.C. Narmer che dominava l’Alto Egitto riuscì ad unificare il paese. Sembra che la città di Tini fosse la prima capitale oppure la città di origine di Narmer e dei suoi successori. Per questo motivo il periodo che abbraccia i primi tre secoli da nascita del regno unificato e della storia egizia viene chiamato Regno Tinita.
Durante questi tre secoli si sviluppo la scrittura geroglifica. Inizialmente, i geroglifi erano pittogrammi semplici che rappresentavano persone, animali, piante e oggetti, venivano incisi su pietra, legno o dipinti su papiro ed erano utilizzati per i testi sacri, le iscrizioni sui monumenti e per i documenti amministrativi. Ogni simbolo poteva avere un significato diverso a seconda di dove veniva inserito.
Successivamente, nel periodo chiamato Antico Regno (2700-2260), la città di Menfi diventa la capitale dell’Egitto e l’arte egiziana ebbe il suo massimo splendore. In questo periodo iniziò la costruzione delle piramidi, le tombe dei faraoni, ad occidente dove secondo gli egiziani risiedeva il regno dei morti. I blocchi che formavano le piramidi pesavano diverse tonnellate ma potevano essere tirate senza eccessivi sforzi nella pista piatta di lino umido della regione se c’erano sufficienti uomini. Per tirare i blocchi nei punti più alti si allestiva una grande rampa che si allungava sempre di più man mano che la costruzione procedeva.
La società egizia dell’epoca aveva una struttura piramidale. Al primo posto c’era il faraone a cui rendeva conto il primo ministro per l’amministrazione. Sotto c’erano i funzionari e i governatori, gli scribi che si occupavano dei documenti, i contadini e gli artigiani e infine gli schiavi, persone straniere e i prigionieri di guerra.
La religione dell’Antico Egitto era politeista. Le divinità principali erano il dio Sole Ra; Horo che rappresentava il faraone e a seconda delle tradizioni era figlio di Ra oppure di Osiride signore del regno dei morti e Iside; il creatore dell’uomo Ptah; la Giustizia Maat. C’erano anche divinità dall’aspetto animalesco o quasi come il dio-coccodrillo Sobk, la dea gatta Bastet e il dio sciacallo Anubi. Alcuni tori venivano considerati la manifestazione di Ptah in base ad alcuni segni ritenuti sacri nel corpo. Il toro scelto veniva considerato una divinità e veniva chiamato Api e quando moriva era mummificato e sepolto con grande cerimonia e poi veniva celebrato quello nuovo. Dato che c’era un solo toro Api alla volta, le iscrizioni sulle loro tombe e i documenti associati a loro sono molto utili per datare gli eventi e i regni dell’Antico Egitto.
Nella società egiziana c’era una forma di patriarcato, dato che erano gli uomini a governare come re, funzionari e generali, ma in una forma molto più lieve rispetto ad altre società antiche e recenti. In famiglia marito e moglie erano trattati dalla legge allo stesso modo. Le donne potevano possedere proprietà, fare affari e partecipare a contratti legali e assolvere il ruolo di sacerdotesse.
Quando i governatori delle province diventarono più potenti si ribellarono all’autorità del faraone e ci fu un periodo, chiamato primo periodo intermedio (2260 – 2040 a.C.), dove l’Egitto fu diviso e subì diverse carestie. Il paese venne riunificato da una dinastia originaria di Tebe, che divenne la nuova capitale e iniziò il Medio Regno che durò fino al 1640 a.C. I nuovi sovrani iniziarono delle campagne militare in Asia e in Africa ed ebbero contatti più pacifici con il Libano e la Palestina. Il loro dominio si estese anche a sud fino a Nubia, l’attuale Sudan. Non erano più isolati dal mondo.
Quasi tutti i monumenti risalenti al Medio Regno furono distrutti ma abbiamo ancora diverse opere narrative, sapienziali e scientifiche di quel periodo. Svilupparono lo studio dell’astronomia, capirono il movimento del sole e grazie a questo idearono un loro calendario molto preciso, avevano ottime conoscenze matematiche e geometriche e anche la loro medicina era molto sviluppata al punto che furono in grado di effettuare interventi chirurgici e curare le carie.
Non mancavano la magia e la superstizione. La prima veniva chiamata Heka e veniva definita come la giusta sapienza, la capacità di agire in modo corretto nella realtà e un’arma contro la mala sorte. Le donne portavano piccole strisce di papiro contenenti inni sacri e conservati in astucci o altri tipi di oggetti preziosi per proteggersi dalla mala sorte. Si usavano anche amuleti a forma di scarabeo.
Negli ultimi secoli del Medio Regno l’Egitto era di nuovo diviso e un popolo semitico che si era stabilito a quei tempi approfittò della situazione e prese il controllo del Basso Egitto. Iniziò il Secono Periodo Intermedio che ebbe fine soltanto quando Ahmose I, un faraone di Tebe, riuscì a scacciarli verso il 1550 dando inizio al Nuovo Regno. Durante il regno di suo figlio Amenofi I, precisamente nel nono anno, è stata osserva una levata eliaca della stella Sirio, avvenimento astronomico molto importante per stabilire il loro calendario. Dato che Tebe era la capitale da più di 500 anni ed era anche uno dei più importanti centri religiosi e politici dell’Antico Egitto, si ritiene che l’osservazione sia stata fatta lì e quindi datata al 1517 a.C.; questa data viene usata come riferimento per calcolare le date di regno dei vari sovrani. I successori di Ahmose continuarono l’espansione del loro dominio fino in Palestina.
Durante il Nuovo Regno si diffuse il culto di Amon che venne identificato dai sacerdoti di Eliopoli con l’antico dio Ra. Poiché il nuovo dio, chiamato adesso Amon-Ra divenne la divinità più importante dell’Egitto e il potere dei suoi sacerdoti cresceva sempre di più, il faraone Amenofi IV (1364 – 1347 a.C.), cercò di promuovere il culto di un solo dio, Aton, immagine del disco solare, abolire tutti gli altri e cambiò il suo nome in Ekhnaton. Tuttavia, dopo la sua morte i sacerdoti convinsero suo figlio a farsi chiamare Tutankhamon e a ripristinare le cose.
Dopo un periodo di massima espansione, l’Egitto non riuscì a resistere alle nuove potenze che stavano arrivando. Prima gli assiri sotto il comando di Esarhaddon riuscirono a conquistare il paese nel 671 e a dominarlo fino al 663; l’Egitto ebbe un po’ di respiro quando i Babilonesi sconfissero l’Assiria ma cadde sotto il dominio persiano nel 525 a.C. Successivamente anche Alessandro Magno conquistò l’Egitto e dopo la sua morte l’impero greco venne diviso tra i suoi generali che si fecero guerra. L’Egitto, a quel punto, venne dominato dalla dinastia dei Tolomei fino alla conquista da parte di Roma.