La civiltà cretese, nota anche come civiltà minoica, è un affascinante capitolo della storia dell’umanità che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura europea. Sorta sull’isola di Creta, questa civiltà fiorì nell’età del bronzo, tra il 2700 e il 1400 a.C., e viene spesso celebrata per il suo avanzato livello sociale, artistico e architettonico.
I minoici, come sono stati chiamati in riferimento al leggendario re Minosse, hanno costruito una società complessa e sofisticata, con palazzi monumentali come quelli di Cnosso, Phaistos e Malia. Questi palazzi non erano solo residenze regali, ma anche centri di attività amministrativa e religiosa. La loro architettura è famosa per le grandi colonne e per gli affreschi vivaci che decoravano le pareti.
L’economia minoica era basata su agricoltura, artigianato e commercio marittimo. La posizione geografica di Creta, al centro del Mediterraneo, ha permesso ai minoici di sviluppare una rete commerciale che raggiungeva l’Egitto, la Fenicia e altre regioni. Questo commercio ha arricchito la civiltà cretese, permettendole di esercitare un controllo sul Mar Egeo, noto come talassocrazia.
La civiltà cretese è anche famosa per la sua arte, in particolare per la gioielleria, la ceramica e la pittura. I minoici hanno lasciato dietro di sé tesori artistici che mostrano una grande attenzione al dettaglio e un amore per la natura e il movimento, come si può vedere negli affreschi che raffigurano scene di vita quotidiana, cerimonie religiose e fauna selvatica.
Nonostante la sua grandezza, la civiltà cretese ha avuto un declino misterioso. Diverse teorie sono state proposte per spiegare la fine della civiltà minoica, tra cui disastri naturali come terremoti e l’eruzione del vulcano di Thera, così come invasioni esterne. Tuttavia, il vero motivo rimane oggetto di dibattito tra gli storici.
La civiltà cretese ha lasciato un’eredità duratura, influenzando la successiva civiltà micenea e, in definitiva, la cultura greca classica. Il mito di Minosse e del labirinto con il Minotauro continua a catturare l’immaginazione delle persone fino ad oggi, simbolo della ricchezza culturale e del mistero che avvolge questa antica civiltà.
Misteri e leggende della civiltà cretese
Prima che l’archeologia dimostrasse l’esistenza della civiltà cretese, tutto ciò che si sapeva dell’isola di Creta relativo quel periodo derivava dai ricordi che avevano gli antichi greci raccontati dagli storici e poeti vissuti secoli dopo come Ovidio, Erodoto e Diodoro Siculo.
Secondo queste leggende, Minosse, re di Creta, aveva sposato Pasifae e avuto quattro figli, di cui uno venne ucciso dagli atenesi. Un giorno, il dio Poseidone fece uscire dal mare un toro affinché fosse sacrificato da Minosse. Quando questi rifiutò, il dio fece in modo che Pasifae si innamorasse del toro e dalla loro unione nacque il Minotauro che era mezzo uomo e mezzo toro. Minosse fece costruire da Dedalo il Labirinto per rinchiudere il Minotauro. Costrinse poi gli ateniesi a inviare ogni nove anni sette ragazzi e sette ragazze per essere divorati dal Minotauro. Gli atenesi inviarono Teseo ad uccidere il Minotauro. Arianna, la figlia di Minosse, si innamorò di lui e lo aiutò a fuggire dopo avere ucciso il Minotauro.
Molte leggende e miti greci non avevano soltanto lo scopo di raccontare qualcosa ma di trasmettere lezioni morali. La storia di Minosse termina con il ritorno di Teseo a casa; secondo disposizione, se fosse sopravvissuto avrebbe dovuto innalzare una vela bianca sulla barca in modo che suo padre avesse la garanzia che fosse vivo. Tuttavia, per la gioia di ciò che è successo, Teseo se lo dimenticò e lasciò la vela nera; quando suo padre vide la barca credette che suo figlio era morto e si suicidò.
In realtà, il toro era considerato qualcosa di positivo dalla civiltà cretese, simbolo di forza e fertilità. Nei palazzi ci sono molte raffigurazioni di animali, piante, momenti di festa e anche molte immagini delle loro divinità, tra cui la dea della fertilità, chiamata anche Signora degli animali.
Un’altra leggenda, sempre collegata a Minosse, è quella relativa il costruttore del Labirinto, Dedalo, e suo figlio Icaro. Dopo la costruzione, il re di Creta non volle farli uscire; perciò, Dedalo costruì un paio di ali per lui e per suo figlio fatti di cera e piume d’uccello. Avvertì il figlio di non volare né troppo basso né troppo alto ma il figlio si avvicinò troppo al sole e le ali si sciolsero.
Un altro grande mistero è relativo al Disco di Festo, scoperto nel 1908 in un piccolo vano vicino al quartiere privato del palazzo minoico di Festo, sempre nell’isola di Creta. Finora si conoscono due forme di scritture della civiltà cretese: la Lineare A, formata da linee orizzontali e diversa da quella introdotta successivamente dai Micenei, e una scrittura geroglifica. Tuttavia, il Disco di Festo, ha una scrittura a parte e presenta soltanto 242 segni, troppo pochi per poterla decifrare. Sembra, però che ciascun simbolo fosse un carattere impresso sul disco con qualche forma di sigillo o punzone riutilizzabile, un po’ come la stampa a caratteri mobili.
Un’altra cosa che sappiamo per certo è che i minoici erano un popolo pacifico, non ci sono raffigurazioni di guerre e conflitti. Non sappiamo con certezza cosa ha portato al declino della loro civiltà, ma si ritiene che tutto parta dall’eruzione del vulcano di Thera, avvenuto nel 1600, a conflitti interni che li ha indeboliti e infine all’invasione da parte dei Miceni. A quel punto, l’isola di Creta non ebbe più una civiltà e una cultura autonoma ma assorbì quella dei greci.