Come usare la tecnologia per prendersi cura di sé

La tecnologia continua e ad espandersi e ad evolversi continuamente. Da quando sono stati introdotti le prime radio, i primi televisori e i primi telefoni, oggi abbiamo smartphone, tablet, TV che si connettono ad internet e console di videogiochi che ci permettono di comunicare con persone di tutto il mondo.

Indubbiamente, l’uso della tecnologia può avere anche conseguenze negative anche se questo dipende principalmente da noi, non dai dispositivi elettronici di per sé. Come per ogni altra abitudine nociva o dipendenza, il fatto che rimaniamo intrappolati a fare le stesse cose con internet, soprattutto dannose o che ci fanno perdere tempo, è principalmente perché non ci creiamo alternative, non creiamo cose nuove da fare o non ci prendiamo cura di noi stessi. Un esempio calzante è quello dei bambini: quando i genitori usano i dispositivi allo scopo di calmarli o tranquillizzarli ogni volta che sono nervosi creano una dipendenza e non permettono loro di interagire con le loro sensazioni. Il risultato è che ogni volta che si sentiranno tristi o arrabbiati o dubbiosi tenderanno a scappare da questi sentimenti cercando un’alternativa; se non la trovano andranno nel panico.

In ogni caso, questo articolo è rivolto a coloro che sono in grado di decidere come usare la tecnologia. Per quanto riguarda consigli su come usare la tecnologia per aiutare i propri figli e ad evitare che questo crei loro problemi rimando alla lettura di un articolo di Save the Children.

Quando dico che una dipendenza è dovuta a noi, non sto dicendo che è “colpa nostra”, ma sto dicendo che abbiamo le capacità di crearci le condizioni per affrontare le abitudini che ci danno problemi. Nella maggior parte dei casi non è neppure necessario troncare un’abitudine completamente: se ad esempio passo 10 ore al giorno sui social posso lavorare a creare nuove abitudini in modo che mi verrà facile ridurre le ore di tempo che sto sui social. Anzi, soprattutto se non sono ancora bravo a organizzare la mia vita, all’inizio mi conviene creare nuove abitudini invece di cercare di sradicare le vecchie. In effetti, in molti casi non si tratta davvero di “dipendenza” piuttosto di cattive abitudini.

Fatta questa premessa, in questo articolo mi soffermerò su come la tecnologia può essere utile per prendersi cura di sé. Non si tratta di raccomandazioni, piuttosto di elementi che hanno avuto e stanno avendo un effetto positivo su di me e che spero possa essere utile anche a chi mi legge.

Perché il benessere psicologico ed emotivo è importante

Il benessere psicologico ed emotivo contribuisce alle persone di stare bene e prendersi cura di sé. Questo favorisce un ambiente sano in famiglia e nella società; infatti i paesi dove si vive meglio sono proprio quelli in cui le persone stanno meglio. Di contro, le persone che si affidano a falsi esperti o a fonti di dubbia attendibilità sono proprio quelle che prendono decisioni che li portano a stare peggio.

Prendersi cura di sé significa oggi sapere avvalersi anche della tecnologia. Gli esseri umani migliorano continuamente e la crescita e il progresso fa parte della nostra natura; bloccare tutto ciò significa perdere la possibilità di avere nuove opportunità e di crescere e fare nuove esperienze.

Come quando ci troviamo a contatto con gli altri, anche alcuni aspetti della tecnologia possono rivelare alcuni aspetti di noi stessi che stiamo trascurando. Pensiamo ai social network: per anni viene detto che l’uso dei social media può contribuire alla tristezza e alla depressione di alcune persone. Il motivo? Vedere i post dei propri amici che si divertono e sono felici potrebbe ricordarci che noi siamo a casa e non stiamo facendo nulla. Ma possiamo vederlo da un’altra angolazione: ci ricorda che dovremmo lavorare su di noi e creare delle attività che ci piacciono e che magari stiamo trascurando.

Infatti, se da una parte i social mostrano solo la parte positiva della vita di una persona è anche vero che chi sta bene non sente queste sensazioni quando vede i post degli altri. Anzi, è felice per loro e se ha la possibilità e la voglia mostra il suo apprezzamento o commenta. I social media sono inoltre un ottimo modo per conoscere gli aspetti intimi di alcuni nostri amici, soprattutto se hanno l’abitudine di esprimere dei sentimenti che vogliono rendere pubblici. Invece di scrivere un messaggio a ciascuno, fanno un bel post che arriva a tutti coloro a cui vogliono mostrarlo.

Perciò cosa potrebbe volere dire se vedo i post dei miei amici che si divertono? Magari ho bisogno di coltivare qualche hobby che mi piace e che mi permetterebbe di stare con altri ragazzi che hanno gli stessi interessi; magari mi viene in mente di chiamare quell’amico con cui non mi sento da un po’ di tempo e sapere come sta; forse mi rendo conto che mi farebbe bene andare ad un evento questo fine settimana. Come ho detto nell’introduzione, ignorare le proprie sensazioni non migliora la nostra vita: nella migliore delle ipotesi rimane uguale ma per la legge dell’entropia, tutto peggiora se non viene curato.

Le intelligenze artificiali

Chi è interessato alle intelligenze artificiali (abbreviato con la sigla IA) avrà sentito parlare sicuramente di ChatGPT, una chatbot sviluppata da OpenAI. Si tratta di un programma in grado di connettersi a Internet e scrivere delle conversazioni con una persona che accede alla sua pagina. Microsoft e Google hanno sviluppato i loro programmi che possono interagire con l’utente e rispondere alle sue domande: rispettivamente Copilot e Bard.

Tutti queste intelligenze sono state addestrate venendo esposte alle informazioni prese su internet sia attendibili che di vario genere. Una differenza sostanziale di ChatGPT è che non accede ad internet come fanno i servizi di Microsoft e Google essendo anche dei motori di ricerca. Nelle mie consultazioni ho riscontrato che sia più attendibile degli altri rispetto a questioni scientifiche, storiche, psicologiche e in merito all’istruzione mentre Copilot e Bard sono utili per conoscere le ultime notizie o per conoscere gli eventi in zona.

Libri, video e corsi

Su siti come Amazon, Feltrinelli, Mondadori Store e altri è possibile acquistare ebook oppure abbonarsi per potere leggere diversi ebook se doverli acquistare. Spesso è possibile trovare buoni libri che parlano di psicologia, sessualità, istruzione e altri argomenti in modo eccellente.

Ad esempio il libro del dottor Wayne Dyer “Le vostre zone erronee: guida all’indipendenza dello spirito” mostra quali sono i ragionamenti e gli schemi psicologici che ci portano ad avere comportamenti dannosi o autodistruttivi. Il libro scritto da Erika Moen e Matthew Nolan, “Questo libro non parla di sesso“, è scritto a fumetti e tratta tutti gli aspetti legati alla sfera romantica e sessuale, da cosa è o non è il consenso a come capire se ci si trova in una relazione tossica. E’ un libro ottimo per gli adolescenti ma anche per gli adulti.

Il sito Medicitalia.it è una piattaforma web gratuita dove è possibile ricevere consulti medici e leggere articoli medici e scientifici autorevoli. Diversi specialisti hanno creato negli anni degli account social dove postano i loro video su argomenti di interesse generale. Tra gli esperti che consiglio di seguire sono lo psicoterapeuta Giuseppe Santonocito e lo psicologo Luca Mazzuchelli.

Infine, tramite il web è possibile seguire corsi di molti tipi di argomenti. E’ possibile cercare guide gratuite nel caso vogliamo imparare qualcosa come hobby oppure iscriversi a corsi specializzati per prendere una certificazione, diploma o laurea.

Alcuni esempi sono Coursera, Udemy e EdX. Tra questi soltanto il secondo è in italiano ma a seconda del campo di interesse possono andare bene anche gli altri. Diversi corsi sono anche gratuiti: basta andare nella relativa sezione oppure cercare l’argomento desiderato e indicare la fascia di prezzo desiderata.