I giacobini

I giacobini erano un gruppo politico rivoluzionario che emerse durante la Rivoluzione francese. Il loro nome deriva dal convento di Saint-Jacques, dove si riunivano a Parigi. I giacobini erano sostenitori della repubblica, dell’uguaglianza e della sovranità popolare. Essi si opponevano alla monarchia, alla nobiltà e al clero privilegiato.

I giacobini ebbero un ruolo chiave nella caduta della monarchia nel 1792 e nella proclamazione della Prima Repubblica francese. Essi controllavano il governo rivoluzionario durante il periodo detto del Terrore (1793-1794), in cui furono eseguite migliaia di persone accusate di essere nemici della rivoluzione. Il leader più famoso dei giacobini fu Maximilien Robespierre, che fu a sua volta ghigliottinato nel 1794, segnando la fine del Terrore e del dominio giacobino.

I giacobini hanno lasciato un’eredità controversa nella storia francese e mondiale. Da un lato, essi sono stati considerati come i difensori dei principi democratici e dei diritti umani, che hanno ispirato altre rivoluzioni in Europa e nel mondo. Dall’altro, essi sono stati criticati per il loro fanatismo, la loro violenza e la loro intolleranza verso gli avversari politici. I giacobini sono ancora oggi un simbolo di radicalismo e di estremismo politico.

Storia dei giacobini

I giacobini erano membri di un club politico che si riuniva nel convento dei domenicani di San Giacomo (in francese Jacobins) a Parigi. Il club nacque nel 1789 come Club breton, formato da deputati dell’Assemblea nazionale originari della Bretagna, una regione della Francia. Presto il club si aprì ad altri deputati e cittadini che condividevano le idee di Jean-Jacques Rousseau, il filosofo che aveva teorizzato il contratto sociale e la sovranità popolare. Il club prese il nome di Società degli Amici della Costituzione e si diffuse in tutta la Francia, creando delle sezioni locali chiamate società affiliate.

I giacobini erano sostenitori della rivoluzione, della democrazia, dell’uguaglianza e della libertà. Erano contrari alla monarchia, al clero e alla nobiltà, che consideravano oppressori del popolo. Erano anche favorevoli al centralismo, cioè al potere forte dello Stato, e al dirigismo economico, cioè al controllo dei prezzi e dei salari da parte delle autorità. I giacobini si opponevano ai girondini, un altro gruppo politico che era più moderato e federalista, cioè favorevole all’autonomia delle province.

I giacobini raggiunsero il culmine del loro potere tra il 1792 e il 1794, quando guidarono la Convenzione nazionale, l’assemblea che governava la Francia dopo l’abolizione della monarchia. I giacobini erano guidati da Maximilien de Robespierre, un avvocato e politico che si guadagnò il soprannome di “l’Incorruttibile” per la sua integrità morale. Robespierre era il capo del Comitato di Salute Pubblica, un organo esecutivo che aveva il compito di difendere la rivoluzione dai nemici interni ed esterni.

Il periodo in cui i giacobini dominarono la Francia è noto come “il Terrore”, perché fu caratterizzato da una repressione violenta di tutti coloro che erano sospettati di essere controrivoluzionari. Migliaia di persone furono arrestate, processate sommariamente e ghigliottinate, tra cui lo stesso re Luigi XVI e la regina Maria Antonietta. Il Terrore fu anche un momento di riforme sociali ed economiche, come l’abolizione della schiavitù nelle colonie, la creazione del calendario repubblicano, la promozione dell’istruzione pubblica e laica e l’introduzione del culto dell’Essere Supremo, una religione razionalista e deista.

Il Terrore finì nel luglio del 1794, quando Robespierre e i suoi seguaci furono a loro volta ghigliottinati da una fazione moderata della Convenzione, chiamata termidoriana dal nome del mese in cui avvenne il colpo di stato. I giacobini persero progressivamente influenza e il club fu chiuso nel novembre del 1794. Tuttavia, il giacobinismo continuò a esercitare un fascino politico e ideologico in Francia e in Europa per tutto il XIX secolo e oltre, ispirando movimenti repubblicani, socialisti e rivoluzionari.