Il trattato di Campoformio

Il trattato di Campoformio fu un accordo di pace firmato il 17 ottobre 1797 tra la Francia rivoluzionaria e l’Impero austriaco, al termine della prima campagna d’Italia condotta da Napoleone Bonaparte. Esso segnò la fine della prima coalizione antifrancese, formata da Austria, Gran Bretagna, Prussia, Spagna e Stati italiani, e la nascita della Repubblica Cisalpina, uno stato satellite della Francia nel nord Italia.

La storia del trattato di Campoformio inizia con la vittoria di Napoleone nella battaglia di Rivoli, il 14 gennaio 1797, che costrinse gli austriaci a ritirarsi oltre il fiume Adige. Napoleone proseguì la sua avanzata verso Vienna, occupando le città di Trento, Rovereto, Bassano e Udine. Il 16 marzo 1797, entrò a Trieste, minacciando il porto principale dell’Impero austriaco. Il 18 aprile 1797, Napoleone e l’imperatore Francesco II si incontrarono a Leoben e firmarono un preliminare di pace, che prevedeva la cessione da parte dell’Austria dei territori italiani a ovest del fiume Mincio alla Francia, e la creazione di una Repubblica Cisalpina comprendente il Ducato di Milano, il Granducato di Toscana, il Ducato di Modena e Reggio e la Repubblica di Bologna. In cambio, la Francia avrebbe riconosciuto all’Austria il possesso dei territori italiani a est del Mincio, tra cui Venezia e le sue dipendenze.

Il preliminare di Leoben fu ratificato dal trattato definitivo di Campoformio, firmato nella località omonima vicino a Udine da Napoleone e dal conte Ludwig von Cobenzl, plenipotenziario austriaco. Il trattato stabiliva anche la divisione della Germania in due sfere di influenza: una francese a ovest del Reno e una austriaca a est. Inoltre, la Francia cedeva all’Austria i suoi diritti sul Belgio e sulla riva sinistra del Reno, in cambio del riconoscimento della Repubblica Batava nei Paesi Bassi. Infine, il trattato prevedeva la convocazione di un congresso a Rastatt per regolare le questioni pendenti tra la Francia e gli stati tedeschi.

Le cause del trattato di Campoformio furono essenzialmente due: da una parte, la volontà di Napoleone di consolidare il suo prestigio personale e di assicurarsi una base politica in Italia; dall’altra, la necessità dell’Impero austriaco di porre fine alla guerra contro la Francia e di salvaguardare i suoi interessi in Germania e nell’Adriatico. Entrambe le parti erano disposte a sacrificare Venezia, che era stata una potenza marittima indipendente per secoli, ma che era stata indebolita dalle guerre contro i Turchi e dalla concorrenza commerciale delle altre nazioni europee. Venezia fu occupata dalle truppe francesi il 12 maggio 1797, dopo un breve assedio. Il governo della Serenissima fu rovesciato da una rivolta popolare fomentata dai giacobini francesi, che proclamarono la Repubblica Veneta. Tuttavia, questa repubblica durò solo pochi mesi, poiché il trattato di Campoformio ne decretò l’annessione all’Austria.

Le conseguenze del trattato di Campoformio furono molteplici e durature. Esso modificò profondamente la geografia politica dell’Europa, ridisegnando i confini degli stati italiani e tedeschi secondo i criteri della ragion di stato e non più della tradizione storica. Esso segnò anche l’inizio della fine della Repubblica francese, poiché Napoleone si avviò verso il potere assoluto con il colpo di stato del 18 brumaio (9 novembre) 1799. Esso provocò inoltre il risentimento della Gran Bretagna, che rimase l’unica potenza in guerra con la Francia e che si oppose al predominio francese sul continente. Infine, esso suscitò il malcontento dei popoli italiani, che aspiravano a una maggiore autonomia e a una forma di governo più democratica. Questi sentimenti si espressero nella seconda coalizione antifrancese (1798-1802) e nella nascita del movimento risorgimentale, che portò all’unità d’Italia nel 1861.