Napoleone Bonaparte è stato uno dei personaggi più influenti della storia contemporanea. Nato in Corsica nel 1769, da una famiglia di origine italiana, si distinse fin da giovane per le sue doti militari e politiche. Approfittando della Rivoluzione francese, che aveva rovesciato la monarchia assoluta, Napoleone si fece strada tra le file dell’esercito e divenne il comandante delle truppe francesi in Italia, dove ottenne numerose vittorie contro gli austriaci e i loro alleati. Si proclamò Re d’Italia e Imperatore di Francia
Il suo governo si basò su principi illuministici e riformatori, come il Codice civile, che uniformò le leggi in Francia e nei territori conquistati. Napoleone fu anche un grande stratega militare, che vinse numerose battaglie contro le coalizioni nemiche, ma subì anche gravi sconfitte, come quella di Waterloo nel 1815, che segnò la sua fine politica. Morì in esilio nell’isola di Sant’Elena nel 1821, lasciando un’eredità controversa ma indiscutibile nella storia mondiale.
Conquista dell’Italia
L’invasione francese dell’Italia iniziò nel 1796, quando Napoleone Bonaparte sconfisse l’esercito austriaco nella battaglia di Lodi . La conquista dell’Italia fu parte di una strategia più ampia di Napoleone, che mirava a indebolire gli avversari della Francia e a creare un vasto impero europeo sotto la sua guida. Napoleone si presentò in Italia come un liberatore, promettendo di porre fine alla tirannia degli austriaci e di instaurare un governo democratico.
Tra il luglio 1796 e il febbraio 1797 l’esercito francese in Italia sconfisse gli austriaci e i piemontesi, conquistando Milano e la Lombardia. Napoleone non si ferma e valica le Alpi, minacciando anche Vienna. Il 17 ottobre 1797 con il trattato di Campoformio la Francia annette la Lombardia e cede Venezia e il Veneto agli austriaci. Il governo rivoluzionario però invia un’armata anche in Italia. Poche unità, circa trentamila, mal equipaggiate, ma a guidarle c’è il giovane generale Napoleone Bonaparte, pronto a cogliere una grande occasione.
Ha inizio un effetto a catena in tutti i regni e ducati italiani, che si ribellano agli austriaci, formando repubbliche anche in Liguria, in Emilia Romagna e a Roma, dove il Papa abbandona la Santa Sede. Le truppe francesi arrivano fino a Napoli, dando vita alla Repubblica partenopea. Il generale ora punta le grandi rotte navali e si dirige in Egitto per sfidare l’Inghilterra.
Nel 1800 Napoleone torna in Italia dopo aver sconfitto gli austriaci nella battaglia di Marengo. Nel 1805 si fa incoronare Re d’Italia a Milano con la corona ferrea dei Longobardi. Nel 1806 occupa il Regno di Napoli e lo assegna al fratello Giuseppe Bonaparte. Nel 1808 annette al suo impero la Toscana e i territori pontifici. Nel 1809 sconfigge definitivamente gli austriaci nella battaglia di Wagram e annette al Regno d’Italia il Veneto e l’Istria.
La dominazione napoleonica portò all’Italia importanti riforme, che modernizzarono la società lasciando un segno che dopo la caduta di Napoleone non si cancellò. Venne razionalizzata la pubblica amministrazione e rinnovata l’economia, con la promozione del capitalismo nel nord, la concentrazione della proprietà e l’ampliamento del ceto borghese di funzionari amministrativi e statali. Venne introdotto il codice civile napoleonico, che aboliva i privilegi feudali e garantiva l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Venne promossa la diffusione della cultura e dell’istruzione pubblica, con la creazione di scuole, università e biblioteche. Venne favorita l’unità linguistica con l’uso del francese come lingua ufficiale.
Napoleone si proclama Imperatore
Nel 1799, con un colpo di stato, Napoleone mise fine al regime repubblicano e si proclamò Primo Console, assumendo il potere assoluto in Francia. Nel 1804, si incoronò Imperatore dei Francesi e Re d’Italia, dando inizio al suo progetto di dominio sull’Europa. Grazie alla sua abilità strategica e alla fedeltà della sua Grande Armata, Napoleone riuscì a sconfiggere le coalizioni formate dalle altre potenze europee per fermare la sua espansione. Creò una serie di stati satelliti, governati dai suoi familiari o da suoi fedeli, e impose il suo codice civile, che garantiva l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Tuttavia, la sua ambizione lo portò a compiere degli errori fatali, che causarono la sua rovina. Nel 1812, invase la Russia con una grande armata, ma dovette ritirarsi dopo aver subito enormi perdite a causa del clima rigido e della guerriglia russa. Nel 1813, fu sconfitto nella battaglia di Lipsia dalle forze alleate di Austria, Prussia, Russia e Svezia. Nel 1814, fu costretto ad abdicare e fu esiliato sull’isola d’Elba.
Ma Napoleone non si arrese. Nel 1815, fuggì dall’isola e tornò in Francia, dove fu accolto trionfalmente dal popolo e dall’esercito. Riprese il potere per cento giorni, ma fu nuovamente sconfitto nella battaglia di Waterloo dall’esercito anglo-prussiano comandato dal duca di Wellington. Questa volta fu esiliato sull’isola di Sant’Elena, nell’Atlantico meridionale, dove morì nel 1821.
Napoleone Bonaparte è stato un personaggio controverso, ammirato e odiato allo stesso tempo. Per alcuni è stato un eroe e un genio, per altri un tiranno e un conquistatore. La sua eredità è ancora oggi oggetto di dibattito e di studio.
Alleanze
Napoleone fece diverse alleanze per realizzare i suoi progetti di dominio continentale. Una delle alleanze più importanti e complesse fu quella con la Russia, che ebbe diverse fasi e cambiamenti. Inizialmente, la Russia era nemica della Francia rivoluzionaria e partecipò alla prima e alla seconda coalizione contro Napoleone. Tuttavia, dopo la pace di Lunéville (1801) e la pace di Amiens (1802), la Russia si avvicinò alla Francia per contrastare l’egemonia britannica sui mari e per espandere i suoi interessi in Oriente.
Nel 1805, lo zar Alessandro I aderì alla terza coalizione contro Napoleone, ma fu sconfitto nella battaglia di Austerlitz. Dopo questa disfatta, Alessandro si rese conto che era più conveniente allearsi con il vincitore che con i perdenti, e nel 1807 firmò il trattato di Tilsit con Napoleone, che sancì una divisione dell’Europa in due sfere d’influenza: la Francia avrebbe dominato l’Europa occidentale e centrale, mentre la Russia avrebbe potuto espandersi verso l’Europa orientale e l’Asia. L’alleanza franco-russa durò fino al 1812, quando Napoleone decise di invadere la Russia per punirla della sua violazione del blocco continentale imposto alla Gran Bretagna. La campagna di Russia fu un disastro per Napoleone, che perse gran parte della sua Grande Armata e dovette ritirarsi in modo rovinoso.
La campagna di Russia fu un disastro per Napoleone, che perse la maggior parte dei suoi uomini tra battaglie, fame, freddo e malattie. La ritirata dalla Mosca incendiata fu una delle pagine più tragiche della storia militare. La sconfitta segnò l’inizio della fine dell’impero napoleonico, che dovette affrontare una nuova coalizione di stati europei, tra cui la Russia, la Prussia, l’Austria e la Gran Bretagna.
Napoleone tentò di resistere con le sue ultime forze, ma fu sconfitto definitivamente nella battaglia di Waterloo nel 1815. Fu esiliato prima sull’isola d’Elba e poi su quella di Sant’Elena, dove morì nel 1821. Dopo la sua caduta, i vincitori si riunirono nel Congresso di Vienna per ridisegnare la mappa dell’Europa e restaurare l’ordine monarchico. Tra i principi che ispirarono il nuovo assetto vi fu quello della Santa Alleanza, proposta dallo zar Alessandro I, che prevedeva una cooperazione tra i sovrani cristiani basata sui valori di giustizia, carità e pace.