La conquista dell’Italia da parte di Napoleone fu un evento storico di grande importanza per l’Italia, poiché portò alla nascita di uno Stato moderno e unitario. L’invasione francese dell’Italia iniziò nel 1796, quando Napoleone Bonaparte sconfisse l’esercito austriaco nella battaglia di Lodi. La conquista dell’Italia fu parte di una strategia più ampia di Napoleone, che mirava a indebolire gli avversari della Francia e a creare un vasto impero europeo sotto la sua guida. Napoleone si presentò in Italia come un liberatore, promettendo di porre fine alla tirannia degli austriaci e di instaurare un governo democratico.
Tra il luglio 1796 e il febbraio 1797 l’esercito francese in Italia sconfisse gli austriaci e i piemontesi, conquistando Milano e la Lombardia. Napoleone non si ferma e valica le Alpi, minacciando anche Vienna. Il 17 ottobre 1797 con il trattato di Campoformio la Francia annette la Lombardia e cede Venezia e il Veneto agli austriaci . Il governo rivoluzionario però invia un’armata anche in Italia. Poche unità, circa trentamila, mal equipaggiate, ma a guidarle c’è il giovane generale Napoleone Bonaparte, pronto a cogliere una grande occasione.
Ha inizio un effetto a catena in tutti i regni e ducati italiani, che si ribellano agli austriaci, formando repubbliche anche in Liguria, in Emilia Romagna e a Roma, dove il Papa abbandona la Santa Sede. Le truppe francesi arrivano fino a Napoli, dando vita alla Repubblica partenopea. Il generale ora punta le grandi rotte navali e si dirige in Egitto per sfidare l’Inghilterra. Accende grandi passioni nei patrioti italiani, ma lentamente anche profonde delusioni, dovute al tradimento della cessione di Venezia e alle razzie dei soldati francesi.
Nel 1800 Napoleone torna in Italia dopo aver sconfitto gli austriaci nella battaglia di Marengo. Nel 1805 si fa incoronare Re d’Italia a Milano con la corona ferrea dei Longobardi. Nel 1806 occupa il Regno di Napoli e lo assegna al fratello Giuseppe Bonaparte. Nel 1808 annette al suo impero la Toscana e i territori pontifici. Nel 1809 sconfigge definitivamente gli austriaci nella battaglia di Wagram e annette al Regno d’Italia il Veneto e l’Istria.
La dominazione napoleonica portò all’Italia importanti riforme, che modernizzarono la società lasciando un segno che dopo la caduta di Napoleone non si cancellò. Venne razionalizzata la pubblica amministrazione e rinnovata l’economia, con la promozione del capitalismo nel nord, la concentrazione della proprietà e l’ampliamento del ceto borghese di funzionari amministrativi e statali. Venne introdotto il codice civile napoleonico, che aboliva i privilegi feudali e garantiva l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Venne promossa la diffusione della cultura e dell’istruzione pubblica, con la creazione di scuole, università e biblioteche. Venne favorita l’unità linguistica con l’uso del francese come lingua ufficiale.
La conquista napoleonica dell’Italia ebbe quindi effetti positivi e negativi per il paese. Da un lato contribuì a diffondere le idee della Rivoluzione francese e a creare una coscienza nazionale tra gli italiani. Dall’altro lato comportò una forte oppressione fiscale, una perdita di autonomia politica e una spoliazione di opere d’arte. La fine dell’impero napoleonico nel 1815 segnò anche la fine del Regno d’Italia, che fu smembrato e restituito agli antichi governanti dal Congresso di Vienna.