L’abbassamento crioscopico consiste nel diminuire la temperatura di solidificazione di un liquido aggiungendogli una sostanza solida e viene indicato con il simbolo Δtc.
Quando ad un liquido, quello più usato è l’acqua, in grado di sciogliere altre sostanze, quello più usato è l’acqua, ne viene aggiunta una, si forma una soluzione. Il liquido viene chiamato solvente perché è in grado di sciogliere altre sostanze a motivo delle sue caratteristiche chimiche.
Aggiungendo quindi una soluto all’acqua, la temperatura di quest’ultima diminuirà. Ecco perché in inverno nelle zone dove si forma la neve, nelle strade bagnate o innevate vengono sparsi alcuni tipi di sale, come il cloruro di calcio o il carbonato di potassio. L’abbassamento crioscopico è la differenza tra la temperatura di solidificazione del solvente e quella del soluto.
Si è verificato sperimentalmente che per le soluzioni con una concentrazione (il rapporto tra la quantità della sostanza sciolta e il liquido che agisce da solvente) non troppo alta, l’abbassamento crioscopico è direttamente proporzionale alla concentrazione molale, cioè il rapporto tra la quantità di sostanza del soluto e la massa del solvente. Questo significa che raddoppiando la concentrazione molale, raddoppia anche la differenza di temperatura di solidificazione delle due due sostanze coinvolte. La formula è:
Δtc = Kc ∙ Cm
Kc, che sarebbe il rapporto costante tra l’abbassamento crioscopico e la concentrazione molale, viene chiamata anche costante crioscopica e varia a seconda del solvente, il liquido a cui fare diminuire la temperatura di solidificazione. Ad esempio, l’acqua ha una costante crioscopica di 1,86 °C ∙ kg/mol. Altri valori si possono vedere nella tabella sotto.
Solvente | Kc (°C ∙ kg/mol) |
---|---|
Acqua | 1,86 |
Benzene | 4,90 |
Etanolo | 1,99 |
L’abbassamento crioscopico è una delle proprietà colligative delle soluzioni, cioè le proprietà fisiche che dipendono soltanto dal rapporto numerico tra le particelle di soluto e quelle del solvente.