La Francia e la monarchia di Luigi XIV

La storia sulla Francia e la monarchia di Luigi XIV

Luigi XIV nacque in un periodo di grandi cambiamenti. L’idea di un Impero universale stava ormai scomparendo: il Sacro Romano Impero germanico non aveva una capitale propria né un esercito ed era diviso in un gran numero di principati, città indipendenti e signorie con leggi, religioni e lingue diverse.

Fra il Seicento e il Settecento molti Stati erano governati da un sovrano che non aveva limiti di potere: era considerato tale per volontà divina e pertanto doveva rendere conto solo a Dio.

Questi re utilizzarono tre strumenti per affermare il proprio potere: un esercito, la burocrazia e un sistema fiscale.

Nascita e primi anni di regno

Luigi XIV salì al trono nel 1643. Suo padre, Luigi XIII, aveva avuto la collaborazione del cardinale Richelieu, primo ministro, che voleva rendere il re un sovrano assoluto, sgretolando il potere dei nobili. Il figlio ebbe l’appoggio del cardinale Mazzarino.

Quando aveva meno di dieci anni, il giovane re assisté alla più violenta rivolta popolare manifestata dall’aristocrazia contro il re. Venne chiamata rivolta della Fronda (dal nome francese della fionda, arma usata dai popolani) e durò dal 1648 al 1653. Anche se si salvò, quell’esperienza lo toccò tantissimo: alla morte di Mazzarino, quando assunse pieni poteri, ordinò di cancellare tutte le notizie della rivolta e si impegnò a ridurre il potere della nobiltà per impedire future ribellioni.

L’assolutismo di Luigi XIV

Luigi XIV di Francia
Da Claude Lefèbvre / Public domain

Per gestire la nobiltà il re utilizzò due metodi. Da una parte si assunse il diritto di creare la nobiltà, conferendo cariche pubbliche, o di riconoscerla.

D’altra parte, escludendo la grande nobiltà francese dalle cariche dello Stato, la indusse ad abbandonare le proprie terre e i propri castelli per essere accolta nella reggia di Versailles, dove il grado di onore nobiliare dipesero dalla vicinanza con il re; pertanto i nobili fecero a gara per ingraziarselo.

Ma non fu solo il potere della nobiltà che Luigi XIV volle ridurre. La Chiesa cattolica conservava ancora il suo potere sull’ex Impero Romano ma Luigi non poteva tollerare questa forza nel suo paese. Sulla Dichiarazione del clero gallicano sul potere della Chiesa venne affermato la limitazione dell’infallibilità del papa e il re assunse il pieno controllo della nomina dei vescovi.

Il re attaccò anche ogni istituzione e gruppo religioso autonomo mettendosi contro gli ugonotti, di religione protestante, i gesuiti e i giansenisti, di religione cattolica.

Nel Basso Medioevo alcune città erano diventate indipendenti con un’autonomia propria; il re decise di avere autorità anche su di loro, arrivando a ricorrere alla forza, come nel caso della città di Marsiglia.

Commercio e guerre

Il re di Francia sostenne l’attività delle compagnie commerciali: nacquero insediamenti francesi in India, in America (un’immensa colonia, chiamata Louisiana), in Canada e nelle Antille.

Luigi XIV voleva estendere il suo dominio in tutta l’Europa: attaccò l’Olanda e poi gli Asburgo d’Austria, di Spagna e l’Inghilterra. Le principali potenze europee si allearono e nel 1697, con la pace di Rijswijk, lo costrinsero ad abbandonare la maggior parte delle sue conquiste.

Infine, avvenne la guerra di successione spagnola. Nel 1700 il re di Spagna morì senza eredi e Luigi, sposato con la principessa spagnola Maria d’Asburgo, voleva che suo nipote diventasse il nuovo re. Per evitare che la Francia dominasse in questo modo l’Europa, Inghilterra, Olanda, Austria e poi Portogallo e Savoia si allearono e gli fecero guerra per più di un decennio (1702-1713).

La guerra si concluse l’anno dopo con la firma di due trattati: a Utrecht e a Rastatt. Filippo di Borbone, nipote del re di Francia, venne riconosciuto come sovrano ma dovette cedere all’Austria i Paesi Bassi meridionali e tutti i possedimenti italiani.

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