Teofilo Folengo: biografia e opere

Teofilo Folengo è stato uno dei più originali e geniali poeti italiani del Cinquecento, noto soprattutto per aver creato la poesia maccheronica, una forma di scrittura che mescola il latino con l’italiano e i dialetti in modo buffonesco e parodistico.

Chi era Teofilo Folengo?

Teofilo Folengo nacque a Mantova nel 1491 da una famiglia nobile decaduta. Fin da bambino mostrò una grande intelligenza e una notevole abilità nel verseggiare. A sedici anni entrò nel monastero di Sant’Eufemia, vicino a Brescia, e poi nell’ordine benedettino. In questo periodo scrisse alcuni versi latini imitando lo stile di Virgilio, ma senza ottenere molto successo.

Nel 1524 o 1525, secondo quanto raccontato da lui stesso nel suo Caos del Triperuno, ma non confermato dalle fonti storiche, abbandonò la vita monastica per amore di Girolama Dieda, una giovane donna di buona famiglia con la quale vagabondò in varie città italiane, vivendo spesso in condizioni di povertà e guadagnandosi da vivere con la sua arte poetica. Divenne anche precettore dei figli di Camillo Orsini e si stabilì per un periodo a Venezia.

Nel 1530, pentito della sua vita dissoluta, chiese e ottenne di essere riammesso nell’ordine religioso. Si ritirò nel monastero di Campese, vicino a Bassano, dove morì nel 1544.

Le opere

La sua opera più famosa è il corpus delle Maccheronee, pubblicato con lo pseudonimo di Merlin Cocai, che comprende diverse composizioni in latino maccheronico, un linguaggio inventato dal poeta che combina il latino con l’italiano e i dialetti in modo comico e irriverente. Il poeta si ispirò alla tradizione dei goliardi, studenti vagabondi che scrivevano versi satirici e licenziosi in latino corrotto.

Tra le Maccheronee spicca il Baldus, un poema eroico-parodistico in esametri che narra le avventure di Baldus, un eroe fittizio che vive tra briganti, stregoni, giganti e mostri. L’opera è una parodia dei poemi cavallereschi medievali e rinascimentali, come l’Orlando furioso di Ariosto, e contiene una critica alla società e alla chiesa del tempo. Il poema è ricco di trovate linguistiche, umoristiche e poetiche, ma anche di scene volgari e scurrili.

Un’altra opera importante di Folengo è l’Orlandino, un poema in ottave in italiano che racconta le origini del paladino Orlando, figlio illegittimo del re d’Inghilterra. Anche qui il poeta si diverte a rovesciare i topoi della letteratura cavalleresca, presentando i personaggi in modo grottesco e ridicolo.

Il Caos del Triperuno è un’opera mista di prosa e poesia, in latino e in italiano, che contiene un’autobiografia allegorica del poeta sotto vari nomi (Merlin Cocai, Limerno Pitocco, Teofilo Folengo). L’opera è divisa in tre “selve” poetiche dedicate alle tre età dell’uomo: fanciullezza, virilità e vecchiaia. Il poeta esprime il suo pentimento per la vita peccaminosa condotta e la sua aspirazione alla salvezza.

Tra le altre opere di Folengo ci sono il Palermitana, un poema sacro in terza rima dedicato alla vita della Vergine Maria; l’Humanità del figlio di Dio, un poema in ottave sulla passione di Cristo; l’Hagiomachia, un poema agiografico in latino sulle vite dei santi; l’Atto della Pinta, una rappresentazione sacra sulla nascita di Gesù; vari carmi e epigrammi in latino.