La tratta dei neri (chiamata anche Tratta atlantica degli schiavi africani o Tratta atlantica) è stata la compravendita di intere popolazioni africane, mandate in America per la manodopera.
La tratta dei neri viene venne introdotta dai Portoghesi nel XV secolo, alcuni anni dopo la scoperta dell’America. Essi, infatti, avevano da un po’ di tempo esplorato i mari che circondano l’Africa per poter evitare di scontrarsi con la popolazione islamica. Per via mare potevano facilmente raggiungere le zone interessate e comprare oro.
Gli africani non avevano un regno forte come quello europeo e fu facile per questi ultimi sottometterli. Gli schiavi venivano rapiti nei villaggi e, dopo essere stati venduti, dovevano affrontare un viaggio terribile. A volte, re e capitribù africani collaborarono, assaltando tribù nemiche e cedendoli agli europei. Dato che si cercava di far sì che le navi contenessero più schiavi possibile, essi non avevano molto spazio a disposizione. Quasi un quarto di loro moriva durante il viaggio.
Giunti in America, gli africani venivano venduti al mercato. Le famiglie non venivano considerate: le madri venivano separate dai figli e i mariti dalle loro mogli. Gli schiavi erano poi mandati nelle miniere e nelle piantagioni dove avrebbero subito trattamenti disumani.
Oltre ai Portoghesi, anche Spagnoli, Inglesi, Olandesi e Francesi si occuparono in seguito della tratta dei neri. Questa pratica fu abolita solo nel 1815.
Bibliografia
Libri che parlano della Tratta Atlantica
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