YHWH: Un nome senza pronuncia

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Uno dei misteri più affascinanti della storia è la pronuncia del nome della divinità del popolo ebraico. Questo per diversi motivi: il dio dei cristiani è ispirato a quello degli ebrei e il suo nome è stato sempre qualcosa che veniva trattato con molto riguardo da questo popolo. Nonostante il nome del loro dio, scritto semplicemente con le quattro consonanti YHWH e chiamato per questo motivo Tetragramma, viene riportato frequentemente nei loro testi sacri, una raccolta di libri che noi chiamiamo Antico Testamento, gli ebrei non pronunciavano mai quel nome. Piuttosto l’hanno sempre letto Adonai, termine ebraico che significa Signore.

La lingua ebraica antica era formata da suoni che sono difficilmente replicabili da chi parla le lingue odierne e anche da chi parla l’ebraico oggi. Le vocali potevano essere lunghe o corte e molte lettere venivano riprodotte in modo aspirato. E’ possibile che anche agli inizi, soltanto il popolo ebraico o chi parlava il semitico fosse in grado di pronunciare il nome correttamente.

Nei testi egiziani risalenti al periodo del Nuovo Regno come la Lista di Amenhotep III e la Lista di Ramses II, quindi prima che gli ebrei si stabilizzassero in Palestina, si parla di un gruppo nomade di pastori del Sinai chiamato Shasu di Yhw. I testi egiziani riportano il nome con soltanto tre consonanti: questo potrebbe essere una semplificazione del nome oppure potrebbe anche darsi che inizialmente il nome avesse soltanto tre consonanti.

L’uso delle sole consonanti nel sistema di scrittura di quel periodo era comune nella maggior parte delle lingue della  Mesopotamia, della Palestina e anche dell’Egitto perché l’uso di tre consonanti era sempre legato allo stesso verbo mentre il significato di ciò che si voleva dire era deducibile dal contesto. Potevano venire usate parole con più consonanti per indicare parole derivate da quelle a tre lettere o prestiti da altre lingue ma potevano avere in ogni caso anche soltanto una o due vocali come Mitzvah e Shalom. E’ possibile che la quarta consonante sia stata aggiunta alle prime tre per indicare il Nome o la sua unicità. 

Gli ebrei occuparono una vasta area della Palestina sia a est che a ovest del Giordano e ogni tribù si trovò a contatto con i popoli vicini e spesso si formò una sorta di sincretismo religioso con ognuno di loro. Ad esempio, si parla spesso della Asherah di YHWH in alcune iscrizioni di Kuntillet Ajrud nella Penisola del Sinai mentre El, termine usato frequentemente nella Bibbia ebraica e tradotto Dio, era venerato come divinità cananea nelle regioni di Seir e di Edom.

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Dopo l’esilio babilonese, gli ebrei entrarono in stretto contatto con altre culture e popoli, tra cui greci e romani. Poiché questi non erano in grado di pronunciare correttamente il Nome divino, si svilupparono diverse varianti fonetiche, come Iao (1° secolo a.C.), Iabe e Iaouè (5° secolo d.C.). Questo contesto potrebbe aver contribuito alla crescente pratica tra gli ebrei di evitare la pronuncia del Nome, per rispetto verso la sacralità di Dio e per evitare di violare il terzo comandamento, che proibisce l’uso irriguardoso del Nome di Dio.

Quando nel Medioevo si aggiunsero le vocali al testo, nel nome non furono inserite quelle per la pronuncia, la quale era già stata persa, piuttosto le vocali di Adonai per ricordare a chi leggeva il testo di pronunciare quest’ultima parola al posto di YHWH.

Tra il Quattrocento e il Cinquecento gli umanisti riscoprirono i classici e anche la Bibbia ebraica venne tradotta nelle altre lingue, gli scrittori trovarono la versione modificata del nome e l’hanno riportata in alcune Bibbie mentre altri hanno continuato a seguire la tradizione giudaica e cristiana. Infatti, la maggior parte della Bibbia tradotta in greco nel I secolo, quando nacque il cristianesimo, come tutte le Bibbie cristiane da allora in avanti usavano kyrios, termine greco che sta per Signore.

Questo ha portato alcuni a sostenere che fosse doveroso pronunciare il nome per rispetto verso questo dio mentre sarebbe sbagliato non pronunciarlo. Ma dato che il popolo ebraico abbia voluto evitare di diffondere la pronuncia, se mai fosse esistita un’unica vera pronuncia, comprensibilmente non considerano corretto usare una delle forme alternative.

Anche il fatto che molti nomi di persona che sono composti dal nome divino, come Johnatan, Giovanni, Giosuè e altri hanno avuto pronunce diverse a seconda del periodo storico o del luogo suggerisce che non ci fosse un’unica pronuncia o che sia stata persa molto prima dell’esilio babilonese. Bisogna considerare anche il fatto che il popolo ebraico viveva in una grande area della Palestina, che ciascuna tribù avesse il suo dialetto e che era spesso diviso anche sul piano religioso. Questo rende plausibile il dubbio che ci sia mai stata davvero una pronuncia originale e unica del Nome per un lungo periodo di tempo.