Diocleziano (Gaio Aurelio Valerio) è stato imperatore romano dal 284 al 305.
Nacque in Dalmazia nel 247 e venne acclamato imperatore dalle truppe nel 284, dopo che Apro, prefetto del pretorio, uccise suo genero, l’imperatore Numeriano. Diocleziano lo punì con la morte.
Carino, fratello di Numeriano, non era d’accordo della nomina di Diocleziano e mosse contro di lui. Nello scontro stava avendo la meglio ma venne ucciso da un suo ufficiale; a quel punto entrambi gli eserciti accettarono Diocleziano come imperatore. Anche il Senato lo riconobbe.

Restava il problema di rimanere a lungo in quella carica, dato che i suoi predecessori furono tutti ammazzati dopo pochi anni. Inoltre, l’impero romano stava attraversando un periodo di grande crisi caratterizzato da: continue invasioni barbariche, le guerre civili, le varie regioni che volevano rendersi autonome, la popolazione che diminuiva, la crisi delle industrie e del commercio, l’abbandono dell’agricoltura, il declino degli studi e delle arti, il prevalere di superstizioni e culti orientali, il nuovo impero persiano che voleva riprendersi gli antichi territori, le razzie in Siria, Egitto e nell’Africa e la pirateria nei mari.
Diocleziano si rendeva conto di non poter fare tutto da solo e associò al potere Massimiano, un suo fidato generale, dandogli l’Occidente. Tuttavia, Massimiano restava secondo all’imperatore. I due ebbero successo contro gli avversari: il primo contro i Persiani e i Germani mentre Massimiano contro gli Alamanni, gli Eruli, i Caiboni e i Franchi. Riuscì anche a ripulire i mari dai pirati.
Verso il 293, Diocleziano si occupò del problema della successione. Scelse altri due fidati generali e li nominò Cesari e li adottarono come figli e loro immediati successori: Galerio e Costanzo. Gli furono dati dei territori da governare e difendere e avevano le loro figlie come mogli. Si stabilì così la tetrarchia (governo di quattro) in cui ogni sovrano aveva la sua capitale e un certo grado di autonomia. Secondo questo sistema, nel momento che i due imperatori si sentivano troppo vecchi avrebbero lasciato il potere ai due Cesari che, a loro volta, avrebbero designato altri due successori.

Tutti e quattro riuscirono a sopprimere tentativi di insurrezione. Carausio si era proclamato imperatore all’inizio del regno di Diocleziano e aveva formato un regno in Britannia. In Egitto, un certo Achilleo cercò di imporsi come imperatore. Costanzo batté il primo dopo che aveva regnato per otto anni, mentre Achilleo fu sconfitto personalmente da Diocleziano.
Mentre Diocleziano gestiva la situazione in Egitto, Galerio fu mandato a difendere la Mesopotamia dai Persiani, guidati dal nuovo re Narsete. All’inizio i Persiani ebbero la meglio e invasero quei territori ma l’anno dopo Galerio prevale e Narsete è costretto a chiedere la pace.
A livello religioso, Diocleziano voleva tornare alle origini, si fece chiamare Giove e voleva essere considerato una divinità. Si oppose al manicheismo, religione orientale, e fece bruciare i libri di magia.
In quegli anni, uomini che professavano la fede cristiana prestavano servizio nell’esercito, erano presenti nel palazzo e venivano impiegati nell’amministrazione (a differenza dei primi secoli). Secondo le fonti che si hanno a disposizione, a motivo del loro rifiuto di sacrificare agli dèi pagani assieme agli altri soldati vennero visti come una minaccia all’unità dell’impero. Questo spinse l’imperatore a perseguitare i sacerdoti, a distruggere le chiese, a bruciare i libri sacri.
Nel 305 i due Augusti si ritirarono, Galerio e Costanzo divennero imperatori. L’anno successivo Costanzo Cloro muore in Britannia; Costantino e Massenzio, rispettivamente i figli di Costanzo e Massimiano, rivendicano per sé il potere. Diocleziano dovette intervenire e scegliere Licinio come Augusto al posto di Costanzo ma si rifiutò di riprendere il potere. Morì di malattia nel 313.
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