
Alcune sostanze chimiche sono chiamate reagenti, cioè fanno in modo di provocare una reazione chimica quando sono a contatto con altre sostanze. Questi, comunque, possono anche essere pericolosi. È per questo che è importante, nei laboratori, conoscere le loro proprietà, che possiamo ricavare sia dai manuali sia dalle etichette dei loro contenitori.
Nei contenitori vengono attaccate dei simboli convenzionali, in base alle direttive dell’Unione Europea. Per la lista dei simboli vi rimando all’allegato ufficiale del 31/12/2008.
Le categorie dei reagenti chimici
In questo articolo vediamo, invece, quali sono le categorie e i pericoli di ogni reagente chimico, come anche cosa fare per evitare problemi in laboratorio.
- Sostanze esplosive. Possono esplodere in determinate condizioni sperimentali, soprattutto se esposti a fonti di calore, e sono molto sensibili agli urti e agli attriti. Devono essere conservate in locali abbastanza isolati e lontani dai composti infiammabili.
- Sostanze ossidanti o comburenti. Provocano una forte reazione esotermica, cioè trasmettono molto calore all’ambiente quando sono a contatto con particolari sostanze, specialmente con gli alcoli, i polialcoli, i carboidrati e materiali come carta, legno e stoffa. Sono pericolosi anche se sono mescolate con sostanze come lo zolfo e il fosforo o con metalli fini come la polvere di magnesio.
- Sostanze infiammabili. Tendono a bruciare con sviluppo di fiamme se si trovano a contatto con l’ossigeno ad una temperatura sufficientemente elevata e devono stare lontano da fonti di calore, fiamme o scintille. Ci sono diversi tipi di questo reagente: idrogeno, metano, alcol metilico ed etilico, solfuro di carbonio, acetone, esano, etere etilico, ecc. La loro infiammabilità viene indicata con i seguenti tre parametri:
- Punto di infiammabilità. La temperatura in cui una sostanza diventa pericolosa.
- Temperatura di ignizione o autoaccensione. La minima temperatura in cui inizia o si autosostiene la combustione.
- Campo di infiammabilità. L’intervallo di composizione in cui la miscela è infiammabile.
- Sostanze nocive. Distruggono sia i tessuti vivi che le attrezzature di laboratorio con cui vengono a contatto. I più comuni sono gli acidi, le basi (come l’idrossido di sodio e di potassio), ossido di calcio, anidride ascetica. E’ necessario indossare i mezzi di protezione personale come camice, occhiali e guanti e rimettere a loro posto queste sostanze appena non servono più, come anche l’uso della cappa aspirante per evitare di inalare i vapori delle sostanze volatili.
- Sostanze tossiche. Possono causare danni alla salute a seguito di ingestione, inalazione o assorbimento attraverso la pelle. Per prevenire danni alla salute vengono stabiliti valori medi tollerabili, indicati come TLV (Threshold Limit Value), dato che per alcune sostanze il danno è dovuto alla quantità introdotta nell’organismo in un determinato intervallo di tempo.
- Sostanze irritanti. Come quelle tossiche ma causano danni meno gravi. In entrambi i casi, è importante lavorare sotto una cappa aspirante, lavare spesso le mani.
- Sostanze corrosive. Provocano reazioni infiammatorie quando sono a contatto immediato o prolungato con la pelle. Anche qui seguire le precauzioni indicate per le sostanze nocive.
- Sostanze radioattive. Sono capaci di immettere radiazioni ionizzanti, onde elettromagnetiche utilizzate per alimentare le armi nucleari. Pertanto, sono molto pericolose. Per le precauzioni è necessario seguire le normative, usare guanti protettori, opportune schermature e controllare la dose tramite dosimetri personali.
Vedi anche
- La sicurezza nei laboratori di chimica: comportamenti e rischi
- L’ambiente e le attrezzature in un laboratorio di chimica
Le informazioni trattare sono basate su manuali di laboratorio di chimica per le scuole. Si è cercato di rendere l’argomento il più semplice possibile per gli studenti che frequentano questi laboratori.