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La vita di Maometto e la nascita dell’Islam

La storia della vita di Maometto e come nacque l’Islam.

Maometto nacque verso il 570 alla Mecca, in Arabia, lungo la costa occidentale del Mar Rosso. Gli Arabi vivevano nel deserto, erano divisi in tribù, legati dal punto di vista di parentela, e praticavano una vita nomade. Per loro era indispensabile il dromedario, sia per il latte e per la carne, sia perché facevano gli indumenti con la sua lana ed era un essenziale mezzo di trasporto. Capitava spesso che le varie tribù si scontrassero tra di loro.

Dal punto di vista religioso, erano politeisti, adoravano tanti dèi. Alla Mecca sorge la Kaaba, il tempio in cui è conservata la pietra nera, ritenuta da sempre un dono divino.

Maometto visse dal 570 al 632. Fu contemporaneo agli imperatori bizantini Giustiniano e Eraclio, e visse in un periodo in cui l’Impero d’Oriente stava affrontando grandi difficoltà. Era anche un periodo in cui la fede veniva considerata essenziale per mantenere unito l’impero.

Rimase orfano da piccolo e venne affidato a suo zio. Imparò a guadagnarsi da vivere trasportando merci con le carovane nei territori dell’impero bizantino, in Persia e in India, entrando in contatto con le religioni e le culture tradizionali.

A 25 anni sposa la vedova Khadigia, da cui ebbe molti figli, ed ebbe un ruolo attivo e mediatico alla Mecca, tanto che gli fu dato l’appellativo L’Affidabile.

La conversione di Maometto e la conquista della Mecca

Maometto affronta un grande crisi religiosa che lo porta, nel 610, ad abbracciare il monoteismo e la fede in Allah (forma araba che esattamente si traduce Il Dio), l’unico vero Dio e lo stesso che adoravano Abraamo e Gesù. Il concetto della fede di Maometto è abbastanza semplice: la completa sottomissione a Dio (in arabo Islam), da cui derivano il nome della nuova religione (l’Islamismo) e il termine che identifica il credente (mulsulmano; dall’arabo muslin).

Maometto cerca di trasmettere la nuova religione agli abitanti della Mecca e aveva anche il desiderio che le varie tribù si considerassero uguali e non fossero più divise. Dopo una decina di anni, però, i ricchi temono che la nuova fede possa danneggiare gli interessi della città, centro delle religioni politeiste. Maometto è costretto a fuggire a Yatrib, che venne chiamata Medina (“città del profeta”), travagliata da violente lotte tra le tribù (tre ebraiche e due arabe) e riesce a mediare, chiedendo in cambio agli abitanti di proteggerlo e diventando il loro capo.

Inizia così una nuova vita per Maometto, fatta di razzie contro le carovane dei mercanti della Mecca. Man mano che il tempo passa, sempre più persone si convertono all’Islam e lo sostengono.

Nel 625 il suo esercito viene sconfitto e gli Ebrei della città di Medina si rifugiano a Khaybar. Poiché nel 627 sostengo i Meccani, Maometto si vendica uccidendo gli uomini e vendendo le donne e i bambini.

Dopo scontri, attriti e difficoltà, nel 630 i Meccani gli aprono le porte e decidono di convertirsi. Nasce così una nuova religione e un nuovo Stato.

Maometto morirà due anni dopo, nel 632.