Le disequazioni di secondo grado

Le disequazioni di secondo grado sono delle espressioni algebriche che contengono una variabile, chiamata incognita, elevata al quadrato. A differenza delle equazioni di secondo grado, il cui scopo è di verificare che le due espressioni confrontate diano lo stesso risultato, in questo caso dobbiamo dimostrare tutto il resto, cioè in quali casi la prima espressione è maggiore, maggiore o uguale, minore oppure minore o uguale alla seconda. Ridotta in forma normale si scrive in uno di questi modi:

ax2 + bx + c ≤ 0

ax2 + bx + c ≥ 0

ax2 + bx + c < 0

Come si risolvono le disequazioni di secondo grado

Vediamo un semplice esempio usando una disequazione già ridotta in forma normale. Per la riduzione si applicano le stesse regole delle equazioni e questo vale anche per quelle fratte.

x2 – 5x + 6 > 0

Questo tipo di disequazioni si possono risolvere in diversi modi, ma il più comune è quello di ridurle a una forma canonica e poi studiare il segno della funzione associata. Possiamo farlo creando un sistema dove il primo membro è uguale ad una nuova incognita y; stabiliamo anche che y deve essere maggiore di 0.

y = x2 – 5x + 6

y > 0

Per ridurre una disequazione di secondo grado a una forma canonica, dobbiamo prima trovare le sue radici, cioè i valori di x che la rendono uguale a zero. Per farlo possiamo usare la formula risolutiva:

L'illustrazione mostra la formula risolutiva delle equazioni di secondo grado complete

dove a, b e c sono i coefficienti della disequazione. Nel nostro esempio riportato sopra abbiamo:

  • a = 1
  • b = -5
  • c = 6

Sostituendo questi valori nella formula otteniamo x1 = 3 e x2 = 2 come mostrato in figura:

Applicazione della formula risolutiva per trovare le incognite da usare nelle disequazioni di secondo grado
Applicazione della formula risolutiva per trovare le incognite da usare nelle disequazioni di secondo grado

Quindi le radici della nostra disequazione sono x1 = 3 e x2 = 2. In questi casi y non è maggiore di 0. Possiamo notare che il valore più piccolo è 2 mentre il maggiore è 3. Questo significa che se rappresentassimo l’equazione in un piano cartesiano il valore di y sarebbe negativo se il valore di x fosse nell’intervallo tra 2 e 3.

Rappresentazione grafica della disequazione x2 - 5x + 6 >0
Rappresentazione grafica della disequazione x2 – 5x + 6 >0O

Possiamo capire subito l’andamento della parabola conoscendo il valore del discriminante, b2 – 4ac, nella condizione che a è maggiore di 0. Ovviamente, qualora il parametro a fosse negativo, basterebbe cambiare il segno a tutti i membri della disequazione:

  • Se ∆ è maggiore di 0, allora la disequazione risulta maggiore di 0 quando l’incognita è minore del valore più piccolo e maggiore di quello più grande; risulta minore di 0 se è compreso tra i due valori;
  • Se ∆ è uguale a 0, la disequazione è sempre maggiore di 0 tranne quando l’incognita è uguale a -b/2a come mostra l’articolo sulla formula risolutiva.
  • Se ∆ è minore di 0, la disequazione è sempre maggiore di 0 mai minore.

Puoi sperimentare i diversi casi, nel mio progetto su Geogebra.


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