Michelangelo, vita e opere

Michelangelo Buonarroti è stato uno dei più grandi artisti della storia dell’arte, capace di esprimersi in diversi campi come la scultura, la pittura, l’architettura e la poesia. La sua vita, durata quasi novant’anni, è stata segnata da eventi storici, politici e religiosi che hanno influito sulla sua personalità e sul suo stile. In questo articolo, cercheremo di tracciare un breve riassunto della sua biografia e delle sue opere principali.

L’infanzia e la formazione a Firenze

Michelangelo nacque a Caprese, in provincia di Arezzo, il 6 marzo 1475 da una famiglia di origine fiorentina. La madre morì quando lui aveva sei anni e il padre lo affidò alle cure di una balia che viveva a Settignano, un paese vicino a Firenze dove si lavorava il marmo. Michelangelo mostrò fin da bambino una grande passione per l’arte e il disegno, tanto che il padre lo mandò a studiare nella bottega del pittore Domenico Ghirlandaio nel 1488. Qui apprese le tecniche della pittura a fresco e si esercitò a copiare le opere dei maestri del passato, come Giotto e Masaccio.

Nel 1489, Michelangelo entrò in contatto con Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, che lo accolse nella sua corte e gli permise di frequentare i giardini di San Marco, dove si trovavano le sculture antiche e i cartoni moderni che Lorenzo aveva raccolto. Qui Michelangelo poté studiare la scultura sotto la guida di Bertoldo di Giovanni, allievo di Donatello, e conoscere gli umanisti della cerchia medicea, come Poliziano e Pico della Mirandola. Tra le sue prime opere scultoree ci sono la Madonna della scala e la Battaglia dei centauri, entrambe in marmo e datate tra il 1490 e il 1492.

Il soggiorno a Bologna e il ritorno a Firenze

Alla morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492, Michelangelo lasciò Firenze per sfuggire alle sommosse che portarono alla cacciata dei Medici e all’ascesa di Girolamo Savonarola, il frate domenicano che predicava contro il lusso e la corruzione. Dopo un breve passaggio per Venezia, Michelangelo si stabilì a Bologna per un anno, ospite del nobile Gianfrancesco Aldrovandi. Qui scolpì due statue per l’arca di San Domenico (San Procolo e San Petronio) e un angelo in marmo per la basilica di San Domenico.

Nel 1495 tornò a Firenze, dove fu influenzato dalla predicazione di Savonarola e dalla sua visione apocalittica della storia. In questo periodo realizzò alcune opere in legno, come il Crocifisso per il convento di Santo Spirito e la Tavola Doria, un bassorilievo con la Madonna col Bambino. Si dedicò anche alla scultura in marmo, creando opere come il Bacco (1496-1497), una statua che rappresenta il dio del vino in atteggiamento sensuale ed effeminato, e la Pietà (1498-1499), una commissione per la basilica di San Pietro a Roma che mostra la Vergine Maria con il corpo del Cristo morto sulle ginocchia.

L’attività a Roma sotto i papi

Nel 1501 Michelangelo tornò nuovamente a Firenze, dove ricevette l’incarico di scolpire una statua colossale in marmo raffigurante Davide, l’eroe biblico che uccise Golia con una fionda. Michelangelo lavorò al David per tre anni, utilizzando un blocco di marmo già abbozzato da altri artisti. Il risultato fu una figura di oltre quattro metri di altezza che esprime forza, tensione e bellezza. Il David fu collocato in Piazza della Signoria, davanti al Palazzo Vecchio, come simbolo della libertà e della fierezza della Repubblica fiorentina.

Nel 1503 Michelangelo fu chiamato a Roma da papa Giulio II, che gli commissionò la realizzazione del suo monumento funebre, un progetto grandioso che prevedeva una struttura architettonica con quaranta statue. Michelangelo iniziò a lavorare al mausoleo, ma dovette interrompere il cantiere per dedicarsi ad altri incarichi voluti dal papa, come la decorazione della volta della Cappella Sistina (1508-1512), uno dei capolavori assoluti della storia dell’arte. La volta, lunga quaranta metri e larga tredici, è divisa in nove riquadri che illustrano episodi tratti dal libro della Genesi, dalla Creazione al Diluvio. Michelangelo dipinse le scene con una tecnica magistrale, creando figure monumentali e dinamiche che esprimono il dramma e la grandezza dell’umanità.

Nel 1513 morì Giulio II e gli succedette Leone X, appartenente alla famiglia dei Medici. Michelangelo tornò a Firenze per riprendere il lavoro al mausoleo del papa defunto, ma fu nuovamente interrotto da Leone X che gli affidò la costruzione della facciata della basilica di San Lorenzo, la chiesa dei Medici. Il progetto di Michelangelo prevedeva una facciata in marmo bianco con colonne, nicchie e statue, ma non fu mai realizzato per mancanza di fondi. Michelangelo si occupò invece di progettare e scolpire le tombe dei membri della famiglia medicea nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo, un ambiente quadrato con una cupola ottagonale. Qui realizzò quattro statue allegoriche che rappresentano il Giorno e la Notte, l’Aurora e il Crepuscolo, poste ai lati delle tombe di Giuliano de’ Medici e Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico. Le statue sono caratterizzate da un forte contrasto tra il movimento dei corpi e la quiete della morte.

La difesa di Firenze e il ritorno a Roma

Nel 1527 scoppiò una rivolta popolare a Firenze contro i Medici, che furono cacciati dalla città. Michelangelo si schierò dalla parte dei repubblicani e partecipò alla difesa di Firenze contro l’assedio delle truppe imperiali e papali. Per questo motivo dovette abbandonare il lavoro alla Sagrestia Nuova e alla Biblioteca Laurenziana, un’altra opera architettonica commissionatagli da Clemente VII, successore di Leone X. Nel 1530 Firenze capitolò e i Medici tornarono al potere. Michelangelo fu perdonato da Clemente VII e poté riprendere i suoi lavori a San Lorenzo.

Nel 1534 Michelangelo lasciò definitivamente Firenze per stabilirsi a Roma, dove rimase fino alla sua morte. Qui fu incaricato da papa Paolo III di dipingere il Giudizio Universale sulla parete dell’altare della Cappella Sistina (1536-1541), una scena grandiosa che rappresenta il momento finale della storia umana, quando Cristo giudicherà i vivi e i morti. Michelangelo dipinse centinaia di figure nude in varie pose e atteggiamenti, creando un effetto drammatico e impressionante. Il Giudizio Universale suscitò molte critiche per la sua audacia e la sua violenza, tanto che alcuni settori della Chiesa chiesero di coprire le nudità con dei veli.

Gli ultimi anni tra architettura e poesia

Negli ultimi anni della sua vita, Michelangelo si dedicò soprattutto all’architettura e alla poesia. Tra le sue opere architettoniche più importanti ci sono la trasformazione della basilica di San Pietro in Vaticano (1546-1564), dove introdusse il disegno della cupola ottagonale che sarà poi completata dopo la sua morte; la Porta Pia (1561-1565), una delle porte delle mura aureliane di Roma; la Biblioteca Laurenziana (1523-1559), situata all’interno del complesso di San Lorenzo a Firenze; e il Palazzo Farnese (1534-1546) a Roma.

Inoltre, Michelangelo fu anche un poeta e scrisse diverse poesie che furono pubblicate postume. Le sue poesie sono state raccolte in diverse edizioni, tra cui quella curata da Giorgio Vasari nel 1550.