I Barbari e l’integrazione nell’impero romano

Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente, i barbari presero il sopravvento. Chi erano?

Il termine barbaro è un’onomatopea, una parola che deriva da un suono, e significa “straniero”, “diverso”. Il suono “ba-ba-ba” indica un balbettìo, un suono privo di senso e fu accostato alle lingue straniere, di cui non si conosce il significato.

Per i Greci, i barbari erano tutti i popoli diversi per tradizione, cultura e lingua, e non aveva un significato negativo.

I primi barbari con cui ebbe a che fare l’impero romano furono i Galli, che li invasero nel 590 a.C. Dopo che questi furono assorbiti dall’impero furono minacciati dai Germani. Nei primi secoli, comunque, i Romani erano aperti nei confronti dei barbari, preferivano a volte anche allearsi.

Nel corso del V secolo, soprattutto dopo i saccheggi di Roma ad opera degli Unni, il termine assumerà un significato negativo e associato alla violenza, alla razzia e al voler distruggere la civiltà greco-romana.

I tentativi di integrazione

Gli imperatori romani cercarono sempre di trovare con i barbari degli accordi e intrapresero con le tribù oltre il confine scambi commerciali.

I Germani furono anche inseriti nel sistema militare come truppe ausiliarie, come alleati per difendere la frontiera in cambio di denaro e anche come coloni, liberi coltivatori e utilizzati per sfruttare la terra in aree non ancora coltivate.

Poiché la peste del 165-180 aveva ridotto il numero di uomini per l’esercito, i Germani entrarono numerosi nell’esercito e presto raggiunsero anche i gradi più elevati.

Dal IV secolo, a causa dell’espansione degli Unni e all’aumento dei Germani, le popolazioni barbariche si spostavano sempre più verso Occidente, dove c’erano molte pianure fertili e abbandonate. Fu così che si formarono gradualmente regni indipendenti all’interno dell’impero romano causandone la frammentazione.