Il Settecento è stato un secolo particolare. Da una parte c’è stata una crescita demografica e lo sviluppo delle città, accompagnata anche dal progresso scientifico, tecnico e agricolo. D’altro canto, questo fu anche un periodo difficile per molte persone che dovettero affrontare schiavitù e guerre. Sotto molti aspetti si è mostrato la continuazione del secolo precedente.
In molte zone dell’Italia, Inghilterra e Francia furono introdotte nuove tecniche di coltivazione; in Inghilterra si diffuse soprattutto il sistema di Norfolk, che prevedeva nei campi da coltivare una rotazione quadriennale e l’introduzione di legumi, trifoglio, rape e luppolo. Queste piante ridavano la fertilità al suolo rendendo non necessario lasciare una parte del campo a riposare come si faceva nel Medioevo.

Ci fu anche un altro cambiamento molto importante. Per secoli diverse zone venivano lasciate alla comunità: questo significava che tutti potevano andarci per il pascolo, per raccogliere legna e frutti di bosco e per spigolare. Ma i proprietari terrieri riuscirono ad impadronirsene, a recintarli e sfruttarli per i propri interessi a danno dei contadini.
Anche il commercio si era sviluppato molto. Da quando vennero scoperte le Americhe, diversi paesi si arricchirono tramite quelle terre. Già nel Seicento i territori della nuova terra erano divise e contesa da Inghilterra, Spagna, Portogallo e Olanda. Anche in questo caso, il desiderio di potere aveva portato allo sfruttamento dei nativi. Non solo, avendo bisogno di manodopera gli europei avevano rivolto la loro attenzione all’Africa e portarono via decine di migliaia di africani per farli lavorare nelle miniere e nei campi americani.
Sempre per lo stesso motivo, le nazioni più potenti si fecero guerra per avere il dominio sulle nuove terre. Nel frattempo, i coloni inglesi che erano stati portati lì avevano messo su famiglia, erano aumentati e avevano popolato buona parte della parte centrale dell’America. Le guerre del Settecento portarono questi coloni a chiedere l’indipendenza e fare nascere gli Stati Uniti d’America.
Mentre Gran Bretagna e Spagna si facevano guerra per prendersi le terre americane, ci fu la guerra in Austria. Non avendo figli maschi, l’imperatore Carlo VI dichiarò erede al trono la figlia Maria Teresa, in contrasto con la tradizione in uso fino a quel momento. La Prussia, la Francia e la Spagna, nonostante avevano accettato la sua decisione, iniziarono a conquistare i suoi territori. La guerra si concluse nel 1748.
Dal 1733 al 1738, un’altra guerra riguardò la Polonia, paese soggetto all’influenza dell’Austria e della Russia. Dopo la morte di Augusto II, la nobiltà polacca aveva avanzato la candidatura di Stanislao Liszcynski ma questo preoccupò le due potenze che temevano la nascita di uno stato nazionale in Polonia. Così si cercò di contrapporgli Augusto III, figlio del re defunto. Questa contesa fece nascere la guerra che si estese anche nei territori italiani. Alla fine si riuscì a fare diventare re della Polonia Augusto III mentre a Liszcynski venne dato il Ducato di Lorena che era stato appena conquistato dalla Francia.
E’ in questo contesto storico che nasce e si diffonde l’Illuminismo. Questo movimento era nato in Inghilterra verso la fine del Seicento, quando lo stato inglese era diventato una monarchia costituzionale. Si diffuse poi in Francia e i suoi sostenitori, che presero il nome di philosophes, esercitarono una grande influenza anche a livello sociale e politico.
L’Illuminismo nacque per risolvere tutti i problemi che ci furono nei due secoli precedenti, in modo particolare le guerre e gli scontri dovuti alle divergenze religiose. L’assolutismo di Luigi XIV e di Carlo V, le rivolte del Parlamento inglese, la Guerra dei Trent’anni erano tutti dovuti alle convinzioni religiose dell’epoca.
Poiché nei secoli sia i sovrani che la Chiesa avevano vantato di essere autorizzati da Dio per governare e questo aveva portato altri scontri e guerre, gli illuministi misero in dubbio le religioni stesse e criticarono particolarmente il periodo medievale, dato che queste idee si erano affermate in quei secoli. In breve, sostenevano che la Chiesa non dovesse intromettersi negli affari politici e che un sovrano per essere considerato legittimo doveva garantire al popolo sicurezza, giustizia e pace.
I philosophes non ritenevano sbagliato avere una fede e credere in Dio ma erano contrari a come la religione era stata usata e all’intolleranza che le diverse confessioni avevano coltivato, negando così la libertà di pensare alle persone. Inoltre proclamavano l’uguaglianza di tutti gli esseri umani e l’importanza della ragione a dispetto della superstizione.
Per quanto riguarda altri campi, l’illuminista Jean-Jacques Rousseau riteneva sbagliato l’appropriazione privata della terra e Cesare Beccaria si era espresso contro la tortura come mezzo per ottenere una confessione perché era ingiusto punire un innocente e in quel caso non si aveva nessuna prova della colpevolezza della persona.
Cercarono anche di risolvere le contese economiche dei vari stati promuovendo la liberalizzazione delle merci e la rimozione del monopolio, privilegi e vincoli.
Le idee illuministe furono in parte adottate dai sovrani dell’epoca fintanto che non ostacolassero i loro interessi. Venne promossa l’istruzione e le riforme fiscali mentre l’idea del libero commercio e dell’abolizione della tortura venne adottato in Toscana. Si ebbero anche dei cambiamenti graduali dal 1780 al 1790 in Austria, dove venne garantita la libertà di culto ai protestanti e abolito in maniera parziale i diritti feudali.
Per quanto riguarda il potere economico dei proprietari terrieri in Prussia e della servitù della gleba in Russia non furono toccati.
La società del Settecento si era ben delineata tra la nobiltà e la borghesia. I nobili avevano dei privilegi particolari ma dovettero fare i conti con Luigi XIV quando aveva cercato di ridurre il loro potere. I borghesi, persone di città che svolgevano i mestieri più diversi, non aspiravano più a diventare nobili come nei secoli precedenti perché gli sviluppi economici che ci furono permettevano loro di fare il proprio mestiere e di stare economicamente bene.
La fine del Settecento fu burrascosa. Nel 1783 le colonie britanniche vinsero la guerra di indipendenza mentre in Francia scoppiò una grave rivoluzione.